mercoledì 17 dicembre 2008

Gramsci e la Chiesa Cattolica


Un alto prelato del Vaticano ha affermato recentemente che Antonio Gramsci accettò di ricevere i sacramenti in punto di morte. Gramsci, uno dei fondatori del Partito Comunista Italiano, morì nel 1937. Dopo 71 anni perché l’alto prelato ci dà questa notizia? E da chi e quando l’ha appresa ?

Lo scopo è evidente. Affermare la superiorità del divino sulla razionalità. Dimostrare che anche chi ha professato con la parola e gli atti per tutta la sua vita un ateismo consapevole basato sulla ragione prima o dopo si converte alla religione cattolica (e non ad altra).

Questo tentativo non è nuovo, ma l’ultimo di una lunga tradizione poco nobile. E’ stato esercitato già molte volte nei confronti di note personalità della politica, della cultura, del mondo artistico. I casi più recenti di conversioni sempre in punto di morte avrebbero riguardato Curzio Malaparte, Renato Guttuso, Federico Fellini, Giovanni Spadolini, Enzo Tortora.

E’ noto a tutti che in questi tragici momenti c’è sempre qualche sacerdote che si insinua per recitare una preghiera, impartire una benedizione e anche il sacramento della estrema unzione che quasi mai viene impedito, per spirito di pura tolleranza, da parenti ed amici presenti afflitti dal dolore.

E che dire del moribondo che, distrutto nel fisico e spesso nelle sue facoltà mentali, può non rifiutare come atto di sollievo e rassegnazione alla legge naturale del trapasso definitivo. Ma come si fa a speculare su quello che si può dire o fare nel momento in cui la vita cede il passo alla morte. Momento che tutti sappiamo di dover affrontare ma non sappiamo in quali condizioni.

Queste rivendicazioni della Chiesa Cattolica non convincono nessuno e non aggiungono alcun merito alla sua missione di apostolato tra i vivi. Per chi non ha avuto il dono della fede e ha vissuto secondo ragione, resta comunque incancellabile solo il valore e il contributo del suo pensiero e delle sue opere.

mercoledì 10 dicembre 2008

Ricchi e poveri




L’ultimo fine settimana, il ponte dell’Immacolata, ci ha portato una bella notizia. La recessione imperversa sempre di più. Migliaia di lavoratori finiscono sul lastrico, anche senza ammortizzatori sociali. Le prospettive sono ancora peggiori. Ma c’è un parte degli italiani che se la passa più che bene.

In montagna, gli sciatori sono aumentati del 20-40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli alberghi erano stracolmi. E si sa che lo sci è uno sport costoso. Questo conferma quello che tutti già sanno. In Italia i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Il governo di destra fa finta di niente e il centro sinistra è confuso e intimidito.

Questo spostamento di ricchezza ha avuto un’accelerazione notevole con l’entrata in vigore dell’Euro il 1° gennaio del 2002. Ai lavoratori dipendenti la nuova moneta è stata calcolata a quasi 2.000 lire. I lavoratori autonomi si sono autoapplicati il cambio di mille lire. Due piccoli esempi. Un dirigente pubblico, con uno stipendio di tre milioni di lire (che erano soldi!), si è ritrovato con 1.500 Euro. Un medico specialista, che prendeva per una visita privata 100 mila lire, da quel giorno ha chiesto 100 Euro.

Aggiungasi a questo che da parecchi anni i lavoratori dipendenti hanno piccoli aumenti contrattuali che coprono solo parzialmente l’inflazione reale. Con l’aggravante che non ricevono alcun recupero dell’erosione fiscale. In parole povere, subiscono una riduzione del potere d’acquisto perché non riescono a recuperare tutta l’inflazione e pagano più imposte in quanto applicate sul valore nominale dei salari e non su quello reale.

Il governo, dopo mesi di annunci, ha partorito la tessera annonaria di triste memoria, che non consente di acquistare un litro di latte al giorno e una sommetta una tantum (cioè una volta sola) alle famiglie più povere e più numerose. Con ciò la coscienza è a posto e si arrangi chi può.

Ma il governo, dopo aver tolto l'ICI a chi la può pagare, sta adottando misure poco note ma molto gradite ai lavoratori autonomi. Ha smantellato la struttura della Guardia di Finanza, messa su dal vice ministro dell’economia del governo precedente per combattere l'evasione fiscale. Sta sostituendo molti responsabili delle agenzie delle entrate, che avevano ottenuto ottimi risultati nella lotta all'evasione e ha elevato da 5.000 a 12.500 il limite al di sopra del quale i pagamenti vanno effettuati con assegno nominativo non trasferibile. Con quest'ultima misura ha cioè ridotto la rintracciabilità dei pagamenti, che è una spina nel fianco degli evasori fiscali.

martedì 2 dicembre 2008

Il governo italiano è contro l'ambientalismo




Misura più irrazionale, nell’ambito dei provvedimenti anticrisi, il Governo non poteva prendere. Il drastico taglio delle facilitazioni fiscali per le spese di installazione di pannelli solari, caldaie da riscaldamento più efficienti e nuovi infissi a tenuta termica.

E’ stato stabilito un plafond di 82,7 milioni di Euro per il 2008, 185,9 per il 2009 e 314,8 per il 2010. Se si considera che il valore delle domande nel 2007 sono ammontate a 825 milioni di Euro, si ha la misura dell’entità del taglio. I pochi fortunati che l’otterranno non potranno superare il tetto di 48 mila Euro contro i 55-182 mila attuali.

Vi sono inoltre due stranezze senza precedenti. Il taglio è retroattivo. Si applica anche al 2008 cioè a lavori già autorizzati in base alla precedente normativa. Trattasi di una patente violazione del principio della certezza del diritto. E’ stato inoltre introdotto un nuovo istituto: il silenzio-rifiuto. Chi riuscirà a inoltrare la domanda per via telematica, unica via possibile, e non riceverà risposta entro 30 giorni dovrà considerarla respinta.

La misura oltrecchè irrazionale è autolesionista. Il risparmio per il governo sarà molto limitato. In compenso sarà anche penalizzata l’industria nazionale del settore, che solo nell’ultimo anno ha fatto registrare un aumento produttivo di + 56%per le caldaie a condensazione e + 42% per i pannelli solari. Per un provvedimento anticrisi che vuole sostenere la produzione e i consumi la mossa è geniale.

E’ esattamente il contrario di quello che sta facendo la Germania, la Francia e l'Unione Europea e di quello che intende fare in USA Obama. Questi paesi sanno che il settore delle tecnologie ecologiche è quello che ha le maggiori prospettive di sviluppo nei prossimi anni. L’Italia, inoltre, è in ritardo nell’attuazione delle misure previste dal protocollo di Kyoto per la limitazione dei consumi di combustibili fossili e la riduzione delle emissioni di CO2. Con questo provvedimento peggiora di molto la sua situazione.

Sarebbe interessante sapere di chi è stata l’idea. Probabilmente del ministro dell’economia, che vuole risparmiare a tutti i costi. E il ministro per lo sviluppo economico è stato d’accordo? E il ministro per l’ambiente ha obbiettato qualcosa?

domenica 30 novembre 2008

Nono processo per la strage di Brescia


Venerdì 28 novembre scorso è iniziato a Brescia il 9° processo per la strage di P.za Della Loggia di 34 anni fa. Otto morti e un centinaio di feriti. L’aula era deserta. C’erano solo gli avvocati e qualche parente delle vittime.

Tra gli imputati ci sono due già processati per la strage di P.za Fontana a Milano. Uno dei quali assolto, mentre l’altro, condannato, vive in Giappone con passaporto giapponese. C’è anche Pino Rauti, cofondatore del Movimento Sociale Italiano, di cui è stato presidente nel 1990-91. Poi fondatore di “Ordine Nuovo” e più recentemente di “Movimento Idea Sociale”.

E’ imputato anche un ufficiale dei carabinieri che all’epoca condusse le indagini, riscuotendo molti plausi per il suo zelo da parte dei magistrati inquirenti. L’accusa è non solo di aver depistato le indagini ma anche di aver supportato l’organizzazione degli attentati. Si raggiungerà una verità dopo 34 anni e nove processi? C’è da augurarselo.

Se le accuse risulteranno fondate, verrà rafforzata la tesi delle stragi di Stato, ordite da personaggi di estrema destra e da elementi deviati delle forze di sicurezza e dei servizi segreti. Tesi quanto mai angosciosa perché ci dice che tutte le stragi di quegli anni. P.za Fontana a Milano, P.za della Loggia a Brescia, l’Italicus, la stazione di Bologna ed altre facevano parte di un disegno criminoso teso a sovvertire l’ordine legale. E’ stata una trama oscura, di cui ancora non si conoscono i mandanti e gli esecutori. E soprattutto non ci lascia ancora oggi completamente tranquilli.

Da ultimo stringe il cuore constatare quanto poco interesse suscitino queste vicende dolorose e quanto labile sia la memoria degli italiani. Nemmeno i cittadini di Brescia hanno più voglia e interesse di sapere se si riesce dopo 34 anni ad accertare giudizialmente le responsabilità di una strage che ha colpito parenti, amici, concittadini.

sabato 22 novembre 2008

Energia solare più economica




La ricerca sull’efficienza dei pannelli solari fotovoltaici si avvia a fare un notevole passo in avanti. I pannelli attualmente in uso sono a base di silicio, materiale abbastanza costoso. Presso il dipartimento di scienza dei materiali dell’università di Milano Bicocca si sta realizzando un nuovo pannello che impiega in sostituzione del silicio un composto a base di rame, indio, gallio e selenio.

Questi nuovi materiali avrebbero rispetto al silicio molti importati vantaggi. A parità di spessore sono in grado di assorbire più radiazione solare. Sono inoltre più duttili giacchè possono essere prodotti in lamine sottili e quindi consentire di ottenere pannelli pieghevoli, flessibili e leggeri.

Inoltre la produzione di pannelli a film sottile abbatterebbe gli attuali costi di produzione e in pari tempo ridurrebbe il tempo di recupero della spesa di impianto. Dai 3 anni di quelli al silicio a soli 4 mesi. E’ utile anche ricordare che l’installazione di pannelli solari sia fotovoltaici per la produzione di energia elettrica sia termici per la produzione di acqua calda godono da parte dello stato e di molti enti locali di finanziamenti o di contributi a fondo perduto oltrecchè di un trattamento fiscale di favore.

Sarebbe auspicabile infine che i comuni dessero un impulso più decisivo, imponendo, per esempio, nelle concessioni edilizie l’obbligo di installare nelle nuove costruzioni pannelli solari in una determinata percentuale rispetto alla superficie o ai metri cubi. Sarebbe un passo decisivo verso un più ampio sfruttamento di una delle poche fonti di energia gratuita e inesauribile.

mercoledì 19 novembre 2008

Il miracolo di Napoli




Per tre mesi, all’inizio dell’anno, le televisioni hanno inondato tutto il mondo di foto di Napoli piena di montagne di spazzatura. Milioni di turisti hanno cambiato rotta, preferendo paesi più civili. Alla fine di aprile è arrivato un nuovo Presidente del Consiglio, che ha subito promesso di occuparsi personalmente del problema che si trascinava da tempo immemorabile.

Alla fine di luglio annuncio ufficiale: in 58 giorni Napoli era stata ripulita dalla spazzatura. Miracolo! E il popolo della libertà, fiero ed entusiasta, invocava: santo subito, santo subito. Da quel giorno, però, non si è più vista una foto delle strade e delle piazze di Napoli. Il problema era risolto. Perché sprecare tempo. Altri gravi problemi incombevano. L’Alitalia. La sicurezza. Etc.

Ma ecco la sorpresa. Domenica 16 novembre scorso c’è sulla terza rete RAI la trasmissione Report di Milena Gabanelli. Una giornalista che tutti gli anni viene premiata come miglior esempio di giornalismo d’inchiesta. Manda in onda un servizio sulla spazzatura di Napoli. Ed ecco riapparire le immagini viste per mesi. Strade piene di spazzatura, mobili sfasciati, lavandini, vasche da bagno e così via. Qualche intervistato sostiene che sotto questo campionario di vita partenopea si nascondano anche rifiuti tossici provenienti dalle industrie del nord.

Gli stessi e qualche altro della zona o di passaggio sono sicuri che quella roba sta li da tempo immemorabile. Nessuno l’ha mai tolta e naturalmente continua ad accumularsi. Ma allora che cosa è successo? Semplice. Con l’aiuto della polizia, dell’esercito e della protezione civile è stato ripulito il centro di Napoli. Ma nella periferia e nella provincia di Caserta tutto era rimasto come prima.

Si è appreso anche che il miracolo era stato possibile grazie a due decreti legge del governo precedente che aveva consentito di aprire le porte di due discariche in Irpinia. A questo punto il prodigio si è alquanto ridimensionato.

giovedì 13 novembre 2008

Obama e il problema razziale in USA




Gli americani di colore hanno votato in massa per Obama. Hanno pianto di commozione e di gioia il giorno della sua elezione a nuovo presidente degli Stati uniti di America. Hanno visto in lui la realizzazione di un sogno da molti ritenuto impossibile.

Obama è giovane, è bello, è elegante, è colto, è fornito di una oratoria brillante e coinvolgente. Ma non è né si è presentato come un campione della razza nera. Ha rivendicato i diritti di tutti. Libertà, giustizia, uguaglianza, benessere. Il grande sogno americano.

Ha sfruttato un momento estremamente favorevole per il partito democratico. Ha battuto un candidato che non è riuscito a scrollarsi l’handicap della fallimentare presidenza di George W. Bush. Ha fatto molte promesse che non potrà mantenere. Ma avrà certamente successo se sarà coerente con la sua ispirazione e saprà affrontare con decisione ed equilibrio gli enormi problemi che incombono.

Un problema che certamente non potrà risolvere sarà quello del solco che ancora separa la minoranza nera dalla maggioranza bianca degli Stati Uniti. Un solco scavato qualche secolo fa dai mercanti di schiavi che trasportavano in catene negri africani per lavorare nelle piantagioni di cotone degli stati americani del sud.

I negri USA hanno riconquistato da tempo la piena libertà. Hanno fatto grandi progressi sociali. Alcuni si sono arricchiti. Altri sono rispettati professionisti. Molti altri hanno raggiunto vertici di popolarità nello spettacolo e nello sport. Ma vi sono molti che non riescono ancora a superare l’ostacolo e finiscono nella palude dei poveri, dalla quale si esce a volte per riempire le carceri e i bracci della morte.

Obama non è il campione di una parte ma di tutta una nazione, alla cui costruzione hanno contribuito molte etnie provenienti da ogni parte della terra. Obama è figlio di una donna bianca e di un keniota, che certamente non si sentiva negro. E’ nato alle Hawaii ed è vissuto in Indonesia. Rientrato in patria si è dedicato ad attività sociali e ha percorso con successo tutti gli studi sino alla laurea ad Harvard.

Dalla Casa Bianca potrà essere veramente il presidente di tutti gli americani. Bianchi, neri, meticci. Potrà anche tentare di ridurre le distanze tra gli uni e gli altri. Tanto più quanto meno i neri d’America vorranno considerarlo come il loro campione esclusivo. Simbolo della loro rivincita razziale.

martedì 11 novembre 2008

L'Italia produce petrolio



A proposito, sapevate che l'Italia ha il più grande giacimento petrolifero d'Europa? No! Lo sapevo. Sta in Basilicata a 4 mila mt. di profondità. Ed é anche di facile estrazione, perché esce a pressione naturale.
Normalmente per estrarre il petrolio incorporato nelle rocce bisogna iniettare vapore o acqua calda ad alta pressione. Quello lucano esce, invece, così spontaneamente.
Che fortunati che siamo! E nientemeno é tanto da coprire il 10% di tutto il fabbisogno nazionale. Pensate, se la Basilicata si staccasse dal'Italia. Sarebbe un paese ricco come un emirato arabo.

giovedì 30 ottobre 2008

Il ministro del dire



In questo governo che si autoqualifica del fare c’è un ministro del dire. Molti italiani lo amano e vorrebbero santificarlo, saltando anche la fase della beatificazione. Trattasi del ministro della funzione pubblica e dell’innovazione tecnologica. Dopo aver dimostrato di conoscere poco i problemi veri e i meccanismi di funzionamento della pubblica amministrazione, confondendo gli assenteisti con i fannulloni (vedi post precedente), ora ha fatto un altro proclama puramente demagogico.

Ha chiesto che vengano messi i tornelli anche all’ingresso dei tribunali. I magistrati lavorano poco. Bisogna controllare quando entrano e quando escono. Il commento più sintetico e più tagliente è stato quello del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: il Ministro non sa di che cosa parla.

In punta di diritto occorre ricordare al ministro economista che la Costituzione italiana stabilisce vari principi. La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere (art. 104). I giudici sono soggetti solo alla legge (art.101). Il ministro della giustizia ha la facoltà di promuovere l’azione disciplinare (art.107), ma è solo il Consiglio Superiore della Magistratura ad avere il potere di dar corso all’azione e di adottare i provvedimenti disciplinari (art.105).

Di fatto il ministro da anche l’impressione di non essere mai stato in un tribunale, specie nella sezione civile dove pendono il maggior numero di processi. In Italia le strutture sono assolutamente carenti. Le stanze per i giudici. Le scrivanie. Il personale ausiliario. Gli strumenti di lavoro.

In alcune stanze ci sono due, tre e a volte quattro magistrati. Nelle stesse stanze si svolgono le udienze. Quando c’è udienza, con centinaia di avvocati che si accalcano sino nei corridoi, gli altri due o tre magistrati o vanno a spasso o vanno a casa, dove molti scrivono anche le sentenze. Si è mai sentito un ministro della giustizia che si preoccupi di questa situazione e proponga qualche rimedio? Si parla spesso di riforma della giustizia ma per fini ben diversi.

Si, ci sono tre milioni e mezzo di procedimenti civili pendenti e un milione e centomila penali. Queste cifre dicono che i procedimenti che annualmente si avviano sono superiori a quelli che vengono definiti. Ciò significa che i magistrati lavorano poco? In Italia ci sono diverse migliaia di magistrati. Certo tra i tanti ci sarà qualcuno che produce poco ma non si può generalizzare. Anche perché mediamente ogni magistrato italiano emette annualmente un numero di sentenze superiore alla media dei suoi colleghi in Europa.

Non sarà un malcostume italiano di ricorrere in giudizio per ogni minima bega e non significherà niente il fatto che nella sola città di Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia? Il problema come sempre è di estrema complessità ed è bene quindi che parli solo chi è competente istituzionalmente previo attento studio.

lunedì 27 ottobre 2008

La recessione va contrastata prontamente



Siamo in recessione. Gli esperti dicono che durerà a lungo. Almeno un anno. In breve la recessione significa contrazione dei consumi, riduzione delle produzione, aumento della disoccupazione. Questi tre fattori sono ognuno causa ed effetto degli altri. Si autoalimentano in un vortice senza fine.

Vanno presi provvedimenti immediati per spezzare questa catena. Il governo Usa e quelli europei sono stati pronti a mettere in sicurezza le banche e quindi i depositi dei risparmiatori. Continua invece il crollo delle borse con gravi perdite per gli investitori.

Molti hanno lanciato subito l’allarme. Tamponata la crisi finanziaria, con l’eccezione del fallimento della Lehman Brothers, il pericolo maggiore era che la crisi si trasferisse all’economia reale. Con il blocco del credito e la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, la recessione, che già covava, si è manifestata in tutta la sua forza.

In questa fase critica, ogni giorno che passa senza provvedimenti decisi accelera la crisi e la rende più profonda. Il governo tace e nessuno sa cosa intenda fare. La confindustria ha subito chiesto un sostegno alle imprese e sembra che il governo ci stia pensando. Rottamazioni si, rottamazioni no.

Qualunque provvedimento in questo senso non può comunque essere determinante. Bene che vada il sostegno alla produzione andrà a magazzino. Stante la contrazione dei consumi e la impossibilità di aumentare le esportazioni in una fase di crisi mondiale.

Allo stesso modo il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, tipo cassa integrazione, è certamente utile. Ma evidentemente non sono una risorsa senza fondo. E non va dimenticato che molti lavoratori, precari e dipendenti di piccole imprese, non godono di questo beneficio.

L’unico fattore in grado di contrastare e rallentare rapidamente le recessione è il potere d’acquisto dei consumatori a basso e medio reddito. Gli altri, quelli ad alto reddito la recessione non la sentono affatto. Continuano a consumare come sempre senza l’aiuto di nessuno. Senza parlare di quelli che in questa congiuntura riescono anche ad incrementare i propri introiti.

E' necessario quindi che il governo adotti misure urgenti per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e pensionati, che già da tempo non acquistano più auto, capi di abbigliamento e hanno anche ridotto i consumi alimentari. Per questa via si darà un sostegno anche alla produzione e al commercio, frenando l’aumento della disoccupazione.

venerdì 24 ottobre 2008

L'Italia sta diventando un paese produttore di droga




Sino a poco tempo fa la cannabis, dalla quale si ricava marijuana e hashisc, arrivava per lo più in Puglia dall’Albania sui gommoni insieme ai profughi. Ora il traffico si è fatto più difficile e i rifornimenti sono diventati discontinui. La malavita organizzata, padrona di questo bussines, è corsa ai ripari. Scegliendo la soluzione più facile. Produrla in Italia, per lo più al sud, dove clima e ambiente sociale sono favorevoli.

Nell’ultimo anno sono state sequestrate circa due milioni di piante. Il 70% al sud e il resto in varie parti d’Italia. Trattasi di un’organizzazione perfetta. La mafia convince, prospettando larghi guadagni, contadini insospettabili a coltivare la cannabis accanto alle piante di pomodori e di uva. Forniscono istruzioni su coltivazione e cura e poi si presentano a ritirare il raccolto

A fine agosto i carabinieri di Barletta hanno scoperto nelle campagne di Canosa la seconda piantagione mai rinvenuta in Europa. Dieci serre coltivate a cannabis. Quattro mila metri quadrati di superficie. Piante alte tre metri da due kg. ciascuna. Un totale di trenta tonnellate. Il raccolto avrebbe fruttato al dettaglio 75 milioni di euro.

Le serre di Canosa sono solo la punta di un iceberg. Solo ad agosto sono state sequestrate 58 mila piante a Partitico, Palermo, in Provincia di Reggio Calabria e Crotone, a Terlizzi, nel Salento, persino a Torino.

Altro che Colombia. Qui il nemico è arrivato in casa. E’ facile immaginare quale nuovo compito ingrato incombe sulle nostre forze di polizia. Con gli scarsi mezzi a loro disposizione devono ora scovare tra milioni di coltivazioni in pianura, collina e montagna la temuta pianta di cannabis.

E'possibile che qualcuno, prima o poi, prenda in esame la possibilità di abbandonare questa caccia impossibile? Considerato anche che il consumo di marijuana e hashisc è meno dannoso dell’abuso di alcol e tabacco, ora sempre più diffuso tra i giovani.

lunedì 20 ottobre 2008

L'Italia è ancora una democrazia parlamentare?


Il Parlamento, Camera e Senato, non contano sempre meno. La magistratura è stata messa in soggezione. Dei tre poteri, che secondo Montesquieu erano a fondamento della democrazia moderna, ora quello che conta è solo uno: il potere esecutivo, cioè il governo.

Il processo di esautoramento del Parlamento è iniziato con l’approvazione di una nuova legge elettorale da parte del governo di destra a fine legislatura 2001-06. L’eliminazione del voto di preferenza ha tolto al cittadino la possibilità di scegliere la persona che ritiene più adatta a rappresentarlo. Tutti sanno le degenerazioni che provoca la preferenza: clientelismo, voto di scambio, etc. Ma la sua cancellazione produce effetti ancora più nocivi.

Con le liste bloccate, senza cioè voto di preferenza, vengono eletti automaticamente, nell’ordine in cui sono elencati, i candidati che il partito ha deciso di inserire. Nel caso di un partito in cui c’è una democrazia interna con pluralità di orientamenti, si può presumere che la lista sia frutto di un confronto e di una decisione collegiale. Ma se invece il partito fa capo a una sola persona che decide per tutti, le conseguenze sono quelle che possiamo constatare ora.

I membri della destra dell’attuale parlamento, in particolare quelli della frazione maggioritaria al suo interno, sono stati scelti dal loro capo uno per uno in base a precisi criteri. Assoluta fedeltà, disponibilità totale a sostenere le tesi e le argomentazioni del capo (fino al punto di usare le stesse parole).

La loro presenza in Parlamento ha solo una funzione: votare in blocco e senza eccezioni di sorta i provvedimenti del governo. Questo, peraltro, sia per guadagnare tempo, sia per azzerare la possibilità di proporre emendamenti ha usato sinora in larga misura lo strumento del decreto legge, che, come noto è immediatamente esecutivo salvo ratifica del Parlamento entro 60 giorni. In quella occasione poi il Governo mette quasi sempre la questione di fiducia, in modo da impedire qualsiasi discussione e confronto.

Questo uso del DL è palesemente incostituzionale, in quanto riservato ai casi di estrema urgenza e necessità. Pensate al lodo, che porta il nome del ministro della giustizia, emanato con DL e approvato con voto di fiducia. Qual era l’urgenza? Gli effetti di questo modo di procedere sono deleteri per il corretto funzionamento della democrazia. Il Parlamento e in particolare l’opposizione sono ridotti al silenzio.

Qualche tempo fa il governo “è andato sotto” in Parlamento a causa di larghe assenze di suoi membri. Il capo gruppo della maggioranza ha inviato a tutti i suoi colleghi una dura lettera di biasimo, che contiene queste significative frasi: “Lei durante la votazione n. 93 di mercoledì 1° ottobre era assente!”, “Questo non è ammissibile”, “ è una vergogna”, “Lei ha arrecato un grave danno al gruppo, alla maggioranza, al governo e al paese. Non sarà più consentito.”

Nella storia d’Italia nessun parlamentare ha mai ricevuto simile rimproveri e minacce. Poiché i parlamentari non possono essere licenziati durante il mandato, che succederà se l’incidente dovesse ripetersi!

lunedì 13 ottobre 2008

Pirati italiani



La legge italiana punisce severamente la così detta pirateria informatica. Giovani e meno giovani sanno ormai come scaricare da internet programmi, musica e qualche film. Ora è un reato, punibile anche con il carcere. Si ha l'impressione che sia un concessione alle grandi società infomatiche, agli editori musicali e ai produttori cinematografici.

I controlli non sembrano incalzanti. Del resto, chi ha voluto questa legge si rende conto delle sua scarsa efficacia. Perchè è come svuotare il mare con un secchiello. E poi che succede nel resto del mondo? Che tutti fanno del loro meglio per scaricare da internet quello che vogliono.

Inoltre è un assurdo che in un paese come l'Italia, dove persiste un'illegalità diffusa, piccola e grande, si voglia perseguire quello che tutto sommato è un innocuo passatempo.

domenica 12 ottobre 2008

Le olimpiadi richiedono nuove regole

olimpiadi ci consentono ogni quattro anni di ammirare molti così detti sport minori, che le TV regolarmente ignorano. Scherma, canottaggio, tiro a volo, nuoto, arti marziali e altri. Ed è proprio in queste discipline che l’Italia ottiene spesso buoni risultati con campioni sconosciuti al grande pubblico. Sarebbe auspicabile che almeno la TV pubblica si ricordasse di loro anche dopo i giochi.

La Rai, che dispone anche di un canale sportivo via satellite, potrebbe dar spazio con una certa regolarità a questi sport. Darebbe allo stesso tempo soddisfazione ad atleti che si allenano duramente tutto l’anno con grande passione e scarsi compensi economici. Consentirebbe agli amanti di queste specialità, che ci sono e numerosi in tutto il Paese, di poter seguire avvenimenti non disponibili altrimenti. Darebbe impulso inoltre alla conoscenza e allo sviluppo di tante diverse discipline sportive.

Certo le Olimpiadi non sono quelle di una volta. Quando erano ammessi solo i dilettanti puri. Il mondo è cambiato e non è possibile tornare indietro. Però c’è un limite a tutto. Non si può mettere a fianco di atleti che vivono per conquistare una medaglia olimpica come massima aspirazione con altri che stanno in TV a giorni alterni, guadagnano milioni di dollari o euro e risiedono a Montecarlo. Prendiamo il calcio e il tennis. Ronaldino e Messi, Nadal, Federer, le sorelle Wiliams, la Sharapova che ci fanno alle olimpiadi. Sono veramente interessat a conquistare una medaglia? E' tempo che chi governa i giochi abbia il coraggio di fare qualche aggiustamento. Se no di questo passo vedremo arrivare alle olimpiadi anche la formula 1 e il moto GP.

Un’altra cosa che sta diventando scandalosa è l’acquisto vero e proprio di atleti da parte di alcuni paesi come i vari emirati arabi e altri. I fondisti e mezzofondisti africani, che se ne trovano a bizzeffe, ormai sono sul mercato come nel calcio. Si parla di naturalizzazione che consiste in questo. Un atleta di un paese da un giorno all’altro diventa cittadino di un altro paese per grazia ricevuta. C’è stato un caso esemplare nelle olimpiadi in corso. Un incontro di beachvolley femminile tra la Russia e la Georgia. Si, proprio tra i due Paesi che si stavano sparando addosso negli stessi giorni. Ma lo sport è lo sport. L’incontro si è svolto regolarmente e si è concluso con la vittoria della Georgia e grande giubilo di tutti i georgiani eccezion fatta per gli abkhazi e gli osseti del sud. Baci e abbracci alla fine dell’incontro, come da prassi, tra le quattro giocatrici. Il giorno dopo però la federazione russa, anche i russi hanno un onore, hanno diffuso un comunicato per informare che la loro squadra aveva perso si ma non contro la Georgia bensì contro il Brasile. Infatti le due ragazze che indossavano la maglia georgiana erano due brasiliane naturalizzate poco prima delle olimpiadi.

Ci sono poi quelli acquisiti per matrimonio. Sempre gli africani eccellono in questo. Spesso si innamorano di bionde nordiche e se le sposano. In questi casi non sono le mogli che diventano africane, ma sono gli africani che diventano nordici indossando le rispettive divise negli stadi. L’Italia fa la sua parte in questo. Abbiamo avuto un’atleta celebrata, come Fiona Mei, nata in Inghilterra da genitori giamaicani e sposata all'ex astista Mei, conosciuto sui campi di gara quando gareggiava sotto i simboli dell'Union Jack. E’ in attività la triplista cubana Magdeline Martinez italiana per matrimonio.
Così come la nazionale femminile di pallavolo annovera la cubana Aguero sposata in Italia, di cui si è parlato molto negli ultimi giorni per tristi vicende che l’hanno addolorata. La Aguero, formidabile campionessa ha già vinto due olimpiadi con la squadra del suo Paese, Cuba. Lo steso dicasi per la canoista tedesca Josefa Idem, sposata con il suo allenatore italiano, che ha partecipato a sette olimpiadi, gareggiando le prime due volte sotto le bandiere della Germania e nelle successive cinque con la maglia azzurra. Per questi casi mi pongo un interrogativo. Il giorno che divorziano, evento non infrequente, per chi gareggeranno? E continueremo a palpitare per loro anche se scelgono di tornare a gareggiare per il loro paese di origine?

I casi sono tali e tanti e riguardano tanti paesi che si potrebbe scrivere un bel romanzo. Il tutto sta diventando però una presa in giro. Dà proprio fastidio, specie quando vincono una medaglia, vedere atleti di un paese che vestono la maglia di un altro paese sventolare insistentemente la bandiera del nuovo paese a uso dei fotografi e della TV e magari versare qualche lacrima quando suonano l’inno nazionale del nuovo paese.

Se non prenderanno qualche misura al riguardo la cosa finirà in burletta. Un primo rimedio potrebbe essere quello di sostituire l’inno nazionale con quello olimpico. E impedire la sceneggiata dei giri di pista, indossando la bandiera ostentatamente agli occhi del pubblico, della TV e dei fotografi.

sabato 11 ottobre 2008

Lotta ai fannulloni



Il ministro della pubblica funzione e dell’innovazione tecnologica è trionfante. Ha dichiarato guerra ai fannulloni e dice di aver ottenuto risultati strabilianti in pochissimo tempo. Dai dati forniti da alcuni uffici risulta una diminuzione del tasso di assenza per malattia nello scorso mese di luglio del 37%.


C’è un piccolo neo. Gli uffici che hanno risposto rappresentano 210 mila dipendenti, cioè una percentuale del totale pari al 7%. Non si hanno dati quindi sul 93% di tutti i pubblici dipendenti. Secondo i calcoli del ministro su base nazionale la riduzione sarebbe del 37-40%. Molti pensano che questo dato non abbia alcun valore.


Il ministro inoltre confonde gli assenteisti con i fannulloni, che sono altra cosa. I fannulloni sono presenti in ufficio ma lavorano poco o niente. La lotta a questi ultimi è molto più difficile, perché le cause sono molto complesse. Si tratta di gente che non è inserita nell’organizzazione del lavoro, ha cattivi rapporti con i colleghi e con il dirigente. Sono persone emarginate o autoemarginate. Non hanno responsabilità precise e vivono con disagio la loro permanenza in ufficio.


A parte i casi di tipo caratteriale, la responsabilità di queste situazioni dovrebbe essere attribuita al dirigente. Questo è uno dei compiti fondamentali della loro funzione. Coinvolgere nel lavoro, motivare e responsabilizzare tutti i collaboratori. Spesso però non è così. I dirigenti da tempo sono impotenti a risolvere questi problemi. Le cause principali sono: perdita di autorità, difficoltà a esprimere giudizi indipendenti sui collaboratori, interferenze di carattere sindacale, mancato appoggio pieno da parte dei superiori.


Sono questi i problemi che il ministro deve affrontare in via prioritaria. Dalla soluzione non facile degli stessi dipende anche il rimedio vero e duraturo per l’assenteismo. Allora si il ministro potrà dire di aver dato una mano a risolvere i tanti problemi delle pubbliche amministrazioni.

mercoledì 8 ottobre 2008

La Libia ci manda petrolio e clandestini




Una folta delegazione di politici italiani di tutti i colori, capitanata da un ex Presidente del Consiglio e senatore a vita si è recata in Libia per omaggiare il capo di quel paese. Nello stesso giorno sono sbarcati in Sicilia più di mille profughi su imbarcazioni provenienti dalla Libia. Sarà una coincidenza ma si ha l’impressione che il capo libico si prenda gioco dell’Italia.

Nella visita fatta circa un mese fa in Libia dal Presidente del Consiglio italiano, era stato affermato che i due principali aspetti positivi per l’Italia erano quello di assicurarsi la continuità delle forniture di petrolio e l’impegno di quel paese a ostacolare l’afflusso in Italia di emigrati da tutta l’Africa nera e dall’Oriente.

Per ottenere ciò il Governo italiano si è impegnato a sostenere ingenti spese (ancorché diluite nel tempo) per la costruzione di duemila Km. di autostrada fra Tripoli e Bengasi. Per frenare l’emigrazione clandestina, inoltre, l’Italia si è impegnata a fornire impianti di sorveglianza satellitare da installare ai confini meridionali del paese. Sarebbe stato inoltre concordato un pattugliamento congiunto al limite delle acque territoriali libiche. Successivamente è stato però precisato che questo controllo sarà effettuato esclusivamente dai libici su tre motovedette donate dall’Italia.

Questi mezzi probabilmente non sono stati ancora forniti, ma il capo libico continua a dimostrare di non voler muovere un dito per iniziare a limitare questo fenomeno. Anzi si potrebbe sospettare che lo stesso usi questa arma per tenere sotto pressione le nostre autorità e per far capire chi comanda nei rapporti tra i due paesi.

Se le cose non dovessero migliorare in breve tempo, il nostro governo dovrebbe spiegare sulla base di quali garanzie sono stati presi tanti gravosi impegni e su quali precedenti storici e diplomatici l’Italia, unica al mondo, ha chiesto ufficialmente scusa alla Libia per i danni arrecati durante il periodo coloniale.

Il capo libico, di contro, non ha voluto nemmeno prendere in esame la richiesta di risarcimento per i beni sequestrati a migliaia di italiani espulsi qualche anno fa. Egli sa di poter trattare da posizioni di forza perché ha potenti armi nelle sue mani. Alla luce di ciò risulta ancora più incomprensibile l’omaggio che numerosi politici italiani vecchi e nuovi hanno voluto tributargli ieri.

domenica 5 ottobre 2008

Siamo tornati al tempo dei pirati


Morgan, il più famoso dei pirati aveva le sue basi in alcune isole dei caraibi e si alleava saltuariamente con la regina d’Inghilterra per assaltare i galeoni spagnoli carichi d’oro. I pirati della Malesia agivano invece in proprio e non guardavano in faccia a nessuno. Nel senso che assaltavano, saccheggiavano e ammazzavano chiunque gli capitava a tiro. Sono storie del passato, che sembravano relegate alla letteratura e al cinema.

Negli ultimi tempi sono tornati di moda in carne e ossa. I loro eredi agiscono prevalentemente al largo delle coste somale. Ma ci sono casi anche in Liberia e Sierra leone. I somali operano in grande. Sequestrano grandi yachts e navi da trasporto di qualsiasi dimensione, chiedendo riscatti miliardari. Il 25 settembre scorso hanno catturato un cargo ucraino per il quale chiedono un riscatto di 20 milioni di dollari. A bordo ci sono 20 uomini di equipaggio, 33 carri armati e consistenti quantità di fucili e munizioni. Ora hanno in loro mani una cinquantina di imbarcazioni e circa 200 membri di equipaggi.

La situazione si è fatta talmente grave da indurre molti paesi come Stati Uniti, Francia, Germania e Russia a inviare sul posto navi da guerra e aerei per liberare navi e ostaggi. Certamente riusciranno a liberare molti di questi, ma sarà molto difficile sradicare il fenomeno. I moderni pirati sono molto ben attrezzati e si sospetta che abbiano potenti connivenze locali.

La Somalia vive da molti anni in una situazione di anarchia totale imposta da bande armate di ogni risma. In molti altri paesi africani, ex colonie europee, spadroneggiano dittatori senza scrupoli, che spartiscono i proventi delle notevoli risorse naturali a disposizione tra una ristretta cerchia di privilegiati e abbandonano a grave indigenza gran parte della popolazione.

Certo il colonialismo ha tratto grandi profitti da questi territori e ha fatto poco o nulla per l‘emancipazione culturale, sociale e politica. Ciononostante fa senso sentire che molti di questi dittatori e loro complici hanno studiato nelle migliori scuole e università inglesi, francesi e americane. Si è sempre pensato che la scuola è il più potente mezzo di formazione dei giovani. Ma questi giovani africani, spesso dal curriculum brillante, quando tornano ai loro paesi non riescono a sottrarsi a una specie di richiamo della foresta, fatto di tribalismo, sete di potere, avidità e totale insensibilità ai bisogni delle loro popolazioni.

sabato 4 ottobre 2008

L'immondizia sta invadendo l'Italia


L'Italia é assediata dall'immondizia. Causa principale é la mancata raccolta differenziata. Se non si separano i materiali riciclabili dall'umido, non ci saranno mai discariche e termovalorizzatori sufficienti.

I migliori prodotti riciclabili sono carta, vetro e plastica. I tedeschi con i loro moderni impianti ne hanno fatto un affare economico. Producono energia e materia prima per nuovi cicli produttivi.

Non mi addentro nel problema. Mi limito a segnalare due particolari. L'uso spropositato di buste di plastica. Se ne trovano dappertutto in Italia. Nei boschi, sulle montagne, in mare. Dicono che impiegano circa cento anni per degradarsi. Non si può fare proprio nulla per limitarne l'uso fortemente? Vi ricordo che negli Stati Uniti nei supermercati si usano solo buste di carta (lo avete visto nei film).

E ci sono poi gli imballaggi. Buttati così come arrivano intasano velocemente i cassonetti e finiscono poi nell'indifferenziato. Sarebbe impossibile obbligare i commercianti a disarticolarli e confezionare miniballe da consegnare a parte?

venerdì 3 ottobre 2008

La 7 se la passa male


La 7 se la passa male. I bilanci sono in rosso. Le entrate sono date, come noto, dalla pubblicità. Ma questa risulta insufficiente, nonostante che i programmi non siano da buttar via. Chiambretti, otto e mezzo, le invasioni barbariche, Crozza, l'Infedele di Gad Lerner. Nello sport non è seconda a nessun'altra. Coppa America di vela, Torneo delle 6 nazioni di rugby, mondiale superbyke, partite di calcio. Con tutto ciò lo share non supera il 3%.
Ma allora le ditte e le agenzie perché lesinano la pubblicità a questa rete? In teoria, aumentando i canali nazionali, il costo della pubblicità dovrebbe scendere. E invece non é così. C'é chi pensa che le ditte e le agenzie sono "condizionate". Io credo che se gli italiani usassero meglio il telecomando qualcosa potrebbe cambiare.

giovedì 2 ottobre 2008

A Porta Pia si rovescia la storia


Il 20 di settembre ricorreva l'anniversario della breccia di Porta Pia, che mise fine al regno temporale dei papi. Negli ultimi anni erano solo i radicali a organizzare una manifestazione celebrativa sul luogo a Roma. Quest'anno il loro leader ha deciso che la manifestazione si facesse a Londra.

A Roma ci ha pensato il comune a organizzare una bella cerimonia. Vi ha partecipato il vicesindaco bardato di fascia tricolore, in compagnia di qualche prete con la dovuta stola. Ma dove sta la notizia? Eccola. I radicali ricordavano l'evento che portò Roma a essere la capitale d'Italia e commemoravano i 46 bersaglieri morti nell'assalto. Il vicesindaco della nuova giunta capitolina ha invece commemorato i 16gendarmi papalini morti nella stessa occasione nominandoli uno per uno.

La cosa apparentemente di scarso rilievo ha un significato ben preciso. In questa ventata di destra a quelli che vogliono cancellare la resistenza si sono aggiunti altri che vogliono cancellare il risorgimento. Speriamo che non si svegli la Lega per chiedere di cancellare le guerre di indipendenza.

martedì 30 settembre 2008

Il federalismo farà risparmiare?



Negli ultimi tempi alcuni esponenti della Lega mettono l’accento su un aspetto del federalismo fiscale. Farà ridurre le spese, dicono. Non so se anche ci credono, ma ci provano con questo argomento a superare le diffidenze delle regioni meridionali. Secondo loro questo deriverebbe dal fatto che avvicinando il centro di decisione delle spese e della corrispondente imposizione fiscale ai cittadini, consentirebbe a questi ultimi di giudicare la bontà della gestione e di regolarsi di conseguenza nell’espressione del voto nelle elezioni successive. Se il giudizio sarà negativo, manderanno a casa gli amministratori. Se sarà positivo, li confermeranno. Inciso: questa presunta vicinanza degli enti locali ai cittadini potrebbe riscontrarsi nei piccoli comuni, ma in tutti gli altri casi generalmente la gente è più informata su quello che fa il Governo rispetto alla Regione-Provincia-Comune. Del Governo parlano TV e giornali, degli enti locali si sa poco o niente.

Intanto, c’è un precedente che non incoraggia a pensare che gli enti territoriali abbiano la propensione a gestire con oculatezza le risorse economiche. Proprio la maggior vicinanza ai cittadini li rende più esposti alle pressioni e agli appetiti locali. Quando istituirono le regioni a statuto ordinario, vi fu subito un aumento delle spese, che continua tuttora in modo dissennato. La creazione di nuovi enti con presidenti, assessori, consiglieri, migliaia di dipendenti, centinaia di consulenti e da ultimo creazione di una pletora di società di servizi è equivalso all’apertura di una voragine di spese senza fondo.

Il giorno che le regioni avranno nuove e più ampie competenze, chi può giurare che non vi sarà una ulteriore spinta all’aumento incontrollato delle spese? E qui la Lega risponde: per aumentare le spese si dovranno aumentare le imposte e i cittadini giudicheranno e faranno sentire la loro voce col voto. Premiando o bocciando gli amministratori. Perfetto. Ma è sicuro che questo meccanismo in Italia funziona? Forse le regioni del nord sono più virtuose e hanno un elettorato più maturo. Forse. Ma si possono nutrire molti dubbi sulle regioni meridionali. Dove il voto da sempre è in gran parte orientato dal clientelismo, dalla demagogia, dalla simpatia irrazionale per leader dalle facili promesse e dall’intreccio politica-criminalità organizzata.

C’è un caso esemplare negli ultimi mesi. Il comune di Catania è fallito, lasciando ca. un miliardo di euro di debiti. E’ questo il bilancio di otto anni di gestione di una giunta di destra con un sindaco che è anche medico personale dell’attuale Presidente del consiglio. Secondo l’assioma della Lega che cosa doveva succedere? I catanesi alle elezioni amministrative dello scorso maggio avrebbero dovuto mandare a casa la destra e votare per il candidato di centro sinistra. E invece no. Hanno rivotato per il candidato della destra, che il mese prima era già stato eletto senatore. E che ne è dell'ex sindaco fallimentare? I catanesi lo hanno eletto deputato e ora sta in Parlamento a curare gli interessi non solo dei catanesi ma di tutti gli italiani.

mercoledì 24 settembre 2008

Non serve la legge sul testamento biologico


L’art. 32 comma II della Costituzione recita:

NESSUNO PUO’ ESSERE OBBLIGATO A UN DETERMINATO TRATTAMENTO SANITARIO SE NON PER DISPOSIZIONE DI LEGGE. LA LEGGE NON PUO’ IN NESSUN CASO VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA.

Questo principio reso solenne dalla Costituzione nel 1948 riconosce il diritto di ogni individuo di decidere, anche contro il parere dei medici, se essere o non sottoposto a un determinato trattamento terapeutico, compreso un ricovero prudenziale a fini di accertamento.
Da ciò consegue che ognuno è padrone della salute del proprio corpo e di decidere quali scelte effettuare nei momenti più critici. Ci sono molti casi che hanno fatto notizia. Persone che hanno rifiutato ricoveri, trattamenti e interventi, ancorchè pienamente consapevoli che ciò avrebbe comportato un peggioramento del proprio stato di salute e al limite un esito infausto.
Su questo non sono d’accordo i cattolici integralisti. Per loro la vita ce la da Dio e solo Dio ce la può togliere. Parentesi: condanne a morte, stragi e guerre sono un particolare irrilevante. Gli stessi dimenticano che la loro è una questione di fede. E la fede c’è chi l’ha e chi non l’ha.
Non potendo negare, in ogni modo, il principio costituzionale, gli integralisti sono ora passati all’attacco di quelle situazioni in cui la persona non è in grado di esprimere la propria volontà perché incapace o incosciente.
Per questi casi, al fine di evitare squallide diatribe tra medici, magistrati e rappresentanti della Chiesa, numerosi esponenti del mondo razionale, laici e cattolici, sostengono l’opportunità di approvare una legge che consenta a ognuno di redigere un testamento biologico, per manifestare, senza ombra di dubbio, la propria volontà, nel caso venga a trovarsi malauguratamente in una situazione di incapacità o incoscienza.
Di fronte a questa manifestazione di volontà anticipata non v’è obiezione che tenga. Tutti sono tenuti a rispettarla. Parenti, medici, magistrati e cattolici integralisti. Essa è diretta emanazione del dettato costituzionale. Una legge per consentire ciò non serve.
Ma c’è una novità. Ora è la Chiesa che chiede una legge sul testamento biologico. Qualcheduno del centrosinistra se ne è subito rallegrato. Finalmente, ha detto, è un’apertura. Ma non ha riflettuto abbastanza.
Glielo ha spiegato stamattina il direttore dell’Avvenire, il quotidiano della CEI. Con la legge si vogliono introdurre delle limitazioni all’esercizio pieno di questo diritto costituzionale. La Chiesa sa che in questo momento c’è una larga maggioranza in parlamento pronta ad approvare, senza obiezioni di sorta, tutto quello che il capo decide.
Ha dimenticato, però, la Chiesa che c’è anche un’opinione pubblica di laici e cattolici contrari a violazioni surrettizie della lettera e dello spirito della Costituzione. Quest’ultima ha stabilito nello stesso comma dell’art. 32 che NESSUNA LEGGE PUO’ VIOLARE LA DIGNITA’ UMANA.
E quale maggior violazione della dignità umana sarebbe quella di impedire a ognuno di decidere come affrontare i momenti più drammatici della propria vita.

martedì 23 settembre 2008

Non c'è democrazia senza voto consapevole


Churchill diceva che la democrazia ha molti difetti, ma che nessuno aveva ancora inventato un sistema migliore. Lo statista inglese viveva in un Paese che ha inventato la democrazia moderna e la applica da molti secoli. Anche per questo gli inglesi hanno un senso nazionale e civico elevato. Quando vanno a votare, fanno una scelta consapevole. Valutano tra i vari candidati chi é più vicino ai propri valori e interessi. E se non c'é una piena coincidenza, votano per il meno peggio.

Paragonate questa situazione a quello che succede in Italia. Si può affermare che la stragrande maggioranza degli italiani vanno a votare per ideologie o ideali? Sembra proprio di no. E gli interessi? Questi sì contano, ma non per tutti. Le classi ricche e agiate sanno come difenderli anche in occasione del voto. Ma i meno abbienti sono consapevoli della loro condizione? Sono in grado di scegliere quelli che dovrebbero essere più adatti a rappresentarli?

La massa degli italiani non sa e non vuole sapere di politica. Si nutre della passione per la propria squadra di calcio. Crede nei nuovi valori propinati dalla TV. Successo facile, ricchezza a portata di mano, bellezza eterna. Si comprende poi perché quando vota é preda di facili slogan e promesse. E che dire dell'inestirpabile clientelismo e del condizionamento della criminalità organizzata. C'é speranza che qualcosa possa cambiare in tempi brevi?

sabato 20 settembre 2008

E' efficace la lotta alla droga?


Di tanto in tanto annunciano in TV il sequestro di grossi quantitativi di droga. Poliziotti, finanzieri o carabinieri in parata mostrano pacchi o pani di droga e spiegano sotto i riflettori delle telecamere come dove e quando sono stati scoperti e sequestrati. Spesso in mostra c’è anche qualche arma e un bel po’ di monete di grosso taglio. Attaccato alla parete si può anche ammirare sotto un titolo fantasioso che è il nome dell’operazione i volti poco affidabili dei responsabili arrestati in flagranza.

E’ una lotta molto dura quella ai commercianti e spacciatori di droga. Lo stato impiega molti uomini e mezzi in questa battaglia. Che dura da molti anni e sembra non dover finire mai. Le carceri sono piene di questi trafficanti ma al tempo stesso mai è stato così alto e diffuso in tutti gli strati sociali il consumo di droga. Erba, cioè hashish e marijuana, cocaina, eroina, droghe sintetiche.

Il consumo di droga si sa è molto dannoso, con qualche riserva per le erbe. La legge persegue commercianti e spacciatori. E i produttori? Li la questione si fa complicata. Ci sono stati in America Latina ed Estremo Oriente la cui economia si regge sulla produzione di droga. Gli Stati Uniti si sono impegnati molto nella lotta alla produzione di droga intervenendo direttamente in questi stati. Ma i risultati sono molto scarsi.

E allora si deve continuare all’infinito questa caccia senza speranza. In cui si arrestano dieci trafficanti e altri mille circolano impunemente. Mentre la produzione nel mondo aumenta sempre di più . E’ cioè una questione morale, di principio. E’ una cosa dannosa, un reato e va comunque perseguito, a prescindere dai risultati?

Se il fenomeno avesse un andamento decrescente non ci sarebbero dubbi sulla opportunità e necessità di continuare in questa lotta sperando di ottenere sempre maggiori risultati. Ma qui la situazione è esattamente il contrario. Più si lotta e più aumenta il consumo. In Italia, come penso nel resto del mondo, non si droga solo chi non si vuole drogare perché la droga sta a ogni angolo di strada.

C’è una soluzione a questo problema, a questo dramma? Non si sa. Nessuno l’ha ancora trovata. Da molti anni c’è comunque un dibattito in Italia. C’è chi vuole liberalizzare le droghe leggere che sono molto meno dannose e c’è chi si oppone fieramente. Forse si potrebbe provare per un certo periodo a concentrare gli sforzi solo sulle droghe pesanti e vedere cosa succede. Soprattutto per verificare quanto sono dannose le erbe e se è vero che indurrebbe molti a passare col tempo alle droghe pesanti.

Tanto più che non si comprende perché si consente l’uso del tabacco che da dipendenza e ammazza migliaia di persone in Italia e si persegue invece lo spaccio di erbe i cui effetti dannosi non si conoscono bene e non sembra siano gravi. Secondo me è questione di quantità. Come l’alcol. In piccole dosi fa bene, in dosi elevate fa molto male.

martedì 16 settembre 2008

L'Italia è spaccata in due


L’Italia è spaccata in due. I ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Questo processo, che avvicina l’Italia ai paesi sudamericani, si è accentuato fortemente con l’entrata in vigore dell’Euro. La moneta unica europea avrà mille pregi, ma è risultata un disastro per molti italiani.


Quando sono entrati in vigore i nuovi biglietti e monete, chi poteva ha immediatamente applicato il cambio mille lire = 1 Euro. E chi poteva? Naturalmente tutti i lavoratori autonomi.

Ricordo un piccolo episodio che mi dette subito la misura e la gravità di quanto stava accadendo. Vicino casa c’è un mercato e delle bancarelle. All’inizio c’è un piccolo venditore di cianfrusaglie, che passava il tempo a strillare “mille lire al pezzo, solo mille lire”. Il 2 di gennaio del 2002, ripassando di li, mi investì lo strillo dello stesso signore “un euro al pezzo, solo un euro”. Capii subito che il mio reddito di lavoratore dipendente si era dimezzato in 24 ore.

A questo andazzo si sono adeguati ben presto anche gli enti pubblici agendo sulle tariffe e i concessionari, come le autostrade, cedute in gran parte a privati. Il Governo dell'epoca non fece alcun controllo e non furono in molti a rendersi conto di quello che stava accadendo.


Si esaltavano i pregi dell’Euro. Stabilità monetaria e bassi tassi di interesse. Quando poi le rate dei mutui sono salite e l'aumento dei prezzi ha reso evidente il depauperamento delle categorie a reddito fisso, il danno irrimediabile era già fatto.

sabato 13 settembre 2008

La terra ha fame e sete


Milioni di persone sulla terra soffrono di malnutrizione e muoiono di fame, mentre altri milioni si ammalano per eccesso di cibo. La risposta sarebbe di redistribuire meglio le risorse. Ma non nè semplice nè facile.

Per assurdo i prodotti agricoli disponibili a livello mondiale sarebbero in teoria sufficienti a sfamare tutti, ricchi e poveri. In realtà gran parte di questi prodotti viene utilizzata per alimentare il bestiame da macellazione. Per nutrire gli allevamenti si utilizza il 50% dei cereali prodotti. Un'area dei paesi in via di sviluppo, pari a sette volte la superficie dell'Europa, è coltivata per sfamare gli animali degli allevamenti europei. Aggiungasi che negli ultimi anni territori sempre più estesi sono stati convertiti alla coltivazione di cereali destinati alla produzione di biodiesel, vanificando l’aumento di produttività delle colture ottenuto con l'utilizzo di semi di piante geneticamente modificate.

Il Prof. Veronesi, vegetariano convinto, sostiene che è tutta colpa dell'allevamento di bestiame da macellazione. Riducendo drasticamente il consumo di carne, non solo si eviterebbero molte malattie gravi, ma si lascerebbe a disposizione degli uomini grandi quantità di cereali. La tesi è convincente ma non ci libera dal dubbio che, quandanche fosse condivisa e attuata da molti, sia in grado di dare soluzione a un problema di enormi dimensioni.

Non rimane che affidarsi alla scienza e alla ricerca. Lo scopo naturalmente è sempre quello di aumentare i prodotti dell’agricoltura. E qui si incontra un altro grave ostacolo. La scarsità di acqua sulla terra sia per uso personale sia per irrigazione. Ogni anno piovono sulla terra la bellezza di 110 mila Km. cubi di acqua, ma la gran parte si perde per evaporazione. Ne resta a disposizione solo un decimo. Purtroppo non in maniera omogenea. Ce n’è troppa in certi luoghi e poca o niente in altri.

Inoltre, risulta eccessivo il consumo per l’allevamento del bestiame. Sempre il Prof. Veronesi sottolinea che occorrono ca. 2 mila litri di acqua per produrre un kg. di pane e ca. 15 mila litri per produrre la stessa quantità di manzo.

Per altro verso, gli ecologisti mettono l’accento sul fatto che il 40% dell’acqua disponibile si perde nelle condutture e che quindi il primo problema da risolvere è il recupero di quest’acqua. La ricerca scientifica segue altre vie. Considerato che la desalinizzazione dell’acqua marina è troppo costosa perché consuma troppa energia, si stanno sviluppando ricerche per la selezione di piante capaci di vivere con un grado di salinità abbastanza elevato, così come di piante in grado di sopravvivere con una quantità d’acqua di gran lunga inferiore di quella normale. Qualche risultato è stato raggiunto in laboratorio.

Altri hanno individuato materiali in grado di filtrare l’acqua marina prima dell’evaporazione, riducendo così il consumo di energia, e di associare al tempo stesso l’impiego di energia da fonti rinnovabili come il vento e il sole.

Come si vede gli sforzi per risolvere due problemi vitali per l’umanità sono tanti e in varie direzioni. Col tempo la scienza ne cercherà altri giungendo certamente a soluzioni ora poco immaginabili. Per parte nostra siamo tenuti ad avere consapevolezza della situazione e forse a dare un piccolo contributo mangiando qualche bistecca in meno (pensando anche alla nostra salute) e facendo un uso più oculato dell’acqua a nostra disposizione.

giovedì 11 settembre 2008

Ritorno al nucleare, decisione affrettata


Il governo lo ha annunciato formalmente. Entro cinque anni metteranno la prima pietra di una nuova centrale nucleare (di terza generazione, come quelle che ci sono da molti anni). L'opinione pubblica in linea di massima è d'accordo. La paura del disastro di Chernobyl è ormai lontana.

Ma non mancano dubbi. L'Italia é un Paese dove non si riescono a costruire i termovalorizzatori per smaltire l'immondizia e i rigasificatori per importare gas da altri paesi che non siano l'Algeria e la Russia. Tutti li vogliono purchè non siano ubicati nel proprio territorio. E allora le centrali nucleari dove le mettiamo? In Albania. In Libia?

E quanto tempo ci vorrà? Dicono quindici vent'anni. Nel frattempo continueremo a importare petrolio non si sa a quale prezzo. C'é poi il problema delle scorie, che nessuno sa come smaltire. Abbiamo ancora quelle prodotte più di venti anni fa in attesa di destinazione. Nel frattempo stanno studiando le centrali di quarta generazione, che non producono scorie. Prima o poi riusciranno a realizzarle e allora che faremo. Giù quelle di terza e avanti con quelle di quarta. In tempi biblici e spese mostruose. Si é pensato inotre che l'Italia non ha uranio? Deve importarlo, presumibilmente a prezzi crescenti. Perchè di uranio ce n'é poco sulla terra ed é destinato a esaurirsi.

Tutti dimenticano che le uniche fonti energetiche pulite, gratuite e inesauribili sono il sole e il vento (interpellare al riguardo il premio Nobel Rubbia).

lunedì 8 settembre 2008

Italiani esterofili e provinciali


Gli italiani, si sa, sono esterofili. Amano tutto quello che viene dall’estero. In tema di linguaggio, negli ultimi anni c’è stato un crescendo inarrestabile nell’ adottare termini inglesi. Anche in mancanza di una reale necessità. Si può comprendere che in alcuni campi nuovi dove la tecnologia
USA la fa da padrone, come l’informatica, si continui a usare i termini inglesi o meglio americani. Una loro traduzione in italiano risulterebbe spesso goffa e imprecisa.

La tendenza di ricorrere all’abuso di questi termini però nel linguaggio corrente senza un motivo particolare è, invece, da scoraggiare. Essa ricorre più frequentemente sulla stampa, in TV e nel linguaggio politico. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché il Ministero del Lavoro e della previdenza sociale ora si chiama del Welfare. Perché è più sintetico? D’accordo l’inglese ha il pregio della sinteticità, ma l’italiano ha altri pregi e non pochi.

Da un po’ di tempo abbiamo il Premier in luogo del Presidente del Consiglio. E di autorities quante ne abbiamo? Tante e nessuno le ricorda tutte. L’Antitrust, che potrebbe tranquillamente chiamarsi Autorità per la libera concorrenza. Autority per la privacy, che potrebbe chiamarsi Autorità per la riservatezza. Tutte la settimane alla Camera dei deputati c’è il Question time, che é l’ora dedicata alle interrogazioni rapide da parte di singoli deputati al Governo. La devolution l’avete certamente sentita nominare. E il blind trust? Fondo cieco (e non blindato come ebbe a dire un noto politico) usato in alcuni paesi in caso di conflitto d’interesse di personalità politiche. Ora si parla di social card e di service tax. E così via.

Ma v’è un esempio di assoluta subalternità alla cultura anglosassone. Tutti sapete cos’è l’AIDS. Il termine è un acronimo di una malattia chiamata Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita. I francesi la chiamano “le SIDA” (con l’accento sulla A). Gli spagnoli “el SIDA”. Gli italiani hanno deciso invece di adottare, in luogo di quello italiano, l’acronimo della dizione inglese (Aquired Immune Deficiency Syndrome), pronunciandolo anche in modo errato. Se non è provincialismo questo!

domenica 7 settembre 2008

I palinsesti delle TV italiane


La TV italiana ha raggiunto livelli infimi. Telefilm di 20-30 anni fa. Film di seconda e terza categoria riciclati 2-3 volte. Programmi di quiz e a premi poveri di contenuti. Messi in onda solo per fare da traino ai TG. Musica seria, cultura, approfondimenti storici, giornalismo d'inchiesta, latitanti. Si salva a stento qualche documentario naturalistico.
D'estate poi il livello va ancora più giù. Forse penseranno la gente va in ferie e non sta a guardare la TV. E quelli che restano a casa? Puniti due volte. Non si possono permettere una vacanza al mare, in montagna o un viaggio all'estero. E per questo devono anche sorbirsi programmi TV miseri.
Tutti convengono che la situazione é tragica. Naturalmente anch'io sono d'accordo. Anche se devo confessare che questi programmi tutto sommato mi fanno un po'comodo. Quando accendo la TV, se sto sul divano mi addormento, se sto in poltrona mi distraggo e inseguo le mie fantasie. Non è poco.

L'unica cosa che mi da veramente fastidio é la pubblicità. Il volume aumenta d'improvviso e a volte mi sveglia di soprassalto. Tra l'altro non capisco perché con un volume più alto si possa essere più convincenti. E inoltre lo sanno i pubblicitari che sul telecomando c'é il tasto per abbassare il volume, quello per togliere il volume e quello per cambiare canale?

venerdì 5 settembre 2008

Energia economica e pulita dalle alghe


Tra 10-20 anni le centrali nucleari e il biodiesel forse non serviranno più.L’ultima novità in fatto di energia totalmente verde sono le alghe che hanno pregi rispetto a tutte le altre fonti. Sono economiche e quindi più convenienti del petrolio.Crescono anche in terreni aridi in appositi contenitori. Non producono rifiuti, anzi puliscono acqua e aria. Quindi sono più sicuri del nucleare, le cui scorie radioattive rappresentano un problema ancora irrisolto.

I privati più lungimiranti hanno già iniziato a investire nei primi stabilimenti. Da Israele alle Hawaii, dagli Stati Uniti alla Cina. Anche l’Italia è all’avanguardia in questo. L’Enea da tempo sta sperimentando la produzione di energia da alghe. Le prime centrali già progettate produrranno non solo biodiesel ma anche grande quantità di idrogeno. Quest’ultimo è considerato il carburante perfetto, ma sinora ha un grave handicap, la sua produzione richiede una quantità di energia superiore a quella che viene generata.

Tra le altre virtù le alghe hanno anche quella di assorbire anidride carbonica. Infine, le alghe crescono particolarmente bene nelle acque reflue, il che ne fa dei perfetti filtri naturali per gli scarichi nocivi. Il Ministero per lo sviluppo economico queste cose le sa. E allora perché tanta precipitazione ed enfasi nell’annunciare la costruzione di nuove centrali nucleari.

Forse si pensa che un bell’annuncio ad effetto sia meglio della ponderazione di tutti i pro e i contro e dello studio di tutte le possibili soluzioni che la ricerca ci mette a disposizione.

Perchè non si parla più della Casta?


Il libro La Casta ha avuto un grande successo. Sono state vendute più di un milione di copie. Lo hanno letto probabilmente 2-3 milioni di italiani. Se ne è parlato a lungo sui giornali e nei dibattiti radiofonici e televisivi. Questo solo pochi mesi fa. E ora che è successo? Silenzio assoluto. Tutti parlano dei miracoli del governo. Della spazzatura di Napoli e dintorni, dell’Alitalia, del lodo Alfano, della riforma della giustizia, del federalismo fiscale. E la casta dov’è finita. Qualcuno ha preso qualche piccolo provvedimento?

Stipendi, pensioni e privilegi di tutti i massimi organi istituzionali. Dalla Presidenza della Repubblica, al Parlamento, alla Corte Costituzionale. Regioni, Province, Comuni e Comunità montane. Dalla spesa allegra. Pieni di consulenti e di società di servizi con lo scopo principale di creare poltrone e posti di lavoro.

E i sindacati che dicono? Non si dovevano aumentare pensioni e stipendi, falcidiati dall’Euro, dall’inflazione crescente e dal drenaggio fiscale? E gli italiani? Almeno quelli che pagano le tasse e non possono evadere? Si arrangiano. Rinviano gli acquisti importanti. Vanno a caccia di offerte nei supermercati e fanno acquisti sulle bancarelle.