mercoledì 19 novembre 2008

Il miracolo di Napoli




Per tre mesi, all’inizio dell’anno, le televisioni hanno inondato tutto il mondo di foto di Napoli piena di montagne di spazzatura. Milioni di turisti hanno cambiato rotta, preferendo paesi più civili. Alla fine di aprile è arrivato un nuovo Presidente del Consiglio, che ha subito promesso di occuparsi personalmente del problema che si trascinava da tempo immemorabile.

Alla fine di luglio annuncio ufficiale: in 58 giorni Napoli era stata ripulita dalla spazzatura. Miracolo! E il popolo della libertà, fiero ed entusiasta, invocava: santo subito, santo subito. Da quel giorno, però, non si è più vista una foto delle strade e delle piazze di Napoli. Il problema era risolto. Perché sprecare tempo. Altri gravi problemi incombevano. L’Alitalia. La sicurezza. Etc.

Ma ecco la sorpresa. Domenica 16 novembre scorso c’è sulla terza rete RAI la trasmissione Report di Milena Gabanelli. Una giornalista che tutti gli anni viene premiata come miglior esempio di giornalismo d’inchiesta. Manda in onda un servizio sulla spazzatura di Napoli. Ed ecco riapparire le immagini viste per mesi. Strade piene di spazzatura, mobili sfasciati, lavandini, vasche da bagno e così via. Qualche intervistato sostiene che sotto questo campionario di vita partenopea si nascondano anche rifiuti tossici provenienti dalle industrie del nord.

Gli stessi e qualche altro della zona o di passaggio sono sicuri che quella roba sta li da tempo immemorabile. Nessuno l’ha mai tolta e naturalmente continua ad accumularsi. Ma allora che cosa è successo? Semplice. Con l’aiuto della polizia, dell’esercito e della protezione civile è stato ripulito il centro di Napoli. Ma nella periferia e nella provincia di Caserta tutto era rimasto come prima.

Si è appreso anche che il miracolo era stato possibile grazie a due decreti legge del governo precedente che aveva consentito di aprire le porte di due discariche in Irpinia. A questo punto il prodigio si è alquanto ridimensionato.