martedì 30 settembre 2008

Il federalismo farà risparmiare?



Negli ultimi tempi alcuni esponenti della Lega mettono l’accento su un aspetto del federalismo fiscale. Farà ridurre le spese, dicono. Non so se anche ci credono, ma ci provano con questo argomento a superare le diffidenze delle regioni meridionali. Secondo loro questo deriverebbe dal fatto che avvicinando il centro di decisione delle spese e della corrispondente imposizione fiscale ai cittadini, consentirebbe a questi ultimi di giudicare la bontà della gestione e di regolarsi di conseguenza nell’espressione del voto nelle elezioni successive. Se il giudizio sarà negativo, manderanno a casa gli amministratori. Se sarà positivo, li confermeranno. Inciso: questa presunta vicinanza degli enti locali ai cittadini potrebbe riscontrarsi nei piccoli comuni, ma in tutti gli altri casi generalmente la gente è più informata su quello che fa il Governo rispetto alla Regione-Provincia-Comune. Del Governo parlano TV e giornali, degli enti locali si sa poco o niente.

Intanto, c’è un precedente che non incoraggia a pensare che gli enti territoriali abbiano la propensione a gestire con oculatezza le risorse economiche. Proprio la maggior vicinanza ai cittadini li rende più esposti alle pressioni e agli appetiti locali. Quando istituirono le regioni a statuto ordinario, vi fu subito un aumento delle spese, che continua tuttora in modo dissennato. La creazione di nuovi enti con presidenti, assessori, consiglieri, migliaia di dipendenti, centinaia di consulenti e da ultimo creazione di una pletora di società di servizi è equivalso all’apertura di una voragine di spese senza fondo.

Il giorno che le regioni avranno nuove e più ampie competenze, chi può giurare che non vi sarà una ulteriore spinta all’aumento incontrollato delle spese? E qui la Lega risponde: per aumentare le spese si dovranno aumentare le imposte e i cittadini giudicheranno e faranno sentire la loro voce col voto. Premiando o bocciando gli amministratori. Perfetto. Ma è sicuro che questo meccanismo in Italia funziona? Forse le regioni del nord sono più virtuose e hanno un elettorato più maturo. Forse. Ma si possono nutrire molti dubbi sulle regioni meridionali. Dove il voto da sempre è in gran parte orientato dal clientelismo, dalla demagogia, dalla simpatia irrazionale per leader dalle facili promesse e dall’intreccio politica-criminalità organizzata.

C’è un caso esemplare negli ultimi mesi. Il comune di Catania è fallito, lasciando ca. un miliardo di euro di debiti. E’ questo il bilancio di otto anni di gestione di una giunta di destra con un sindaco che è anche medico personale dell’attuale Presidente del consiglio. Secondo l’assioma della Lega che cosa doveva succedere? I catanesi alle elezioni amministrative dello scorso maggio avrebbero dovuto mandare a casa la destra e votare per il candidato di centro sinistra. E invece no. Hanno rivotato per il candidato della destra, che il mese prima era già stato eletto senatore. E che ne è dell'ex sindaco fallimentare? I catanesi lo hanno eletto deputato e ora sta in Parlamento a curare gli interessi non solo dei catanesi ma di tutti gli italiani.

mercoledì 24 settembre 2008

Non serve la legge sul testamento biologico


L’art. 32 comma II della Costituzione recita:

NESSUNO PUO’ ESSERE OBBLIGATO A UN DETERMINATO TRATTAMENTO SANITARIO SE NON PER DISPOSIZIONE DI LEGGE. LA LEGGE NON PUO’ IN NESSUN CASO VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA.

Questo principio reso solenne dalla Costituzione nel 1948 riconosce il diritto di ogni individuo di decidere, anche contro il parere dei medici, se essere o non sottoposto a un determinato trattamento terapeutico, compreso un ricovero prudenziale a fini di accertamento.
Da ciò consegue che ognuno è padrone della salute del proprio corpo e di decidere quali scelte effettuare nei momenti più critici. Ci sono molti casi che hanno fatto notizia. Persone che hanno rifiutato ricoveri, trattamenti e interventi, ancorchè pienamente consapevoli che ciò avrebbe comportato un peggioramento del proprio stato di salute e al limite un esito infausto.
Su questo non sono d’accordo i cattolici integralisti. Per loro la vita ce la da Dio e solo Dio ce la può togliere. Parentesi: condanne a morte, stragi e guerre sono un particolare irrilevante. Gli stessi dimenticano che la loro è una questione di fede. E la fede c’è chi l’ha e chi non l’ha.
Non potendo negare, in ogni modo, il principio costituzionale, gli integralisti sono ora passati all’attacco di quelle situazioni in cui la persona non è in grado di esprimere la propria volontà perché incapace o incosciente.
Per questi casi, al fine di evitare squallide diatribe tra medici, magistrati e rappresentanti della Chiesa, numerosi esponenti del mondo razionale, laici e cattolici, sostengono l’opportunità di approvare una legge che consenta a ognuno di redigere un testamento biologico, per manifestare, senza ombra di dubbio, la propria volontà, nel caso venga a trovarsi malauguratamente in una situazione di incapacità o incoscienza.
Di fronte a questa manifestazione di volontà anticipata non v’è obiezione che tenga. Tutti sono tenuti a rispettarla. Parenti, medici, magistrati e cattolici integralisti. Essa è diretta emanazione del dettato costituzionale. Una legge per consentire ciò non serve.
Ma c’è una novità. Ora è la Chiesa che chiede una legge sul testamento biologico. Qualcheduno del centrosinistra se ne è subito rallegrato. Finalmente, ha detto, è un’apertura. Ma non ha riflettuto abbastanza.
Glielo ha spiegato stamattina il direttore dell’Avvenire, il quotidiano della CEI. Con la legge si vogliono introdurre delle limitazioni all’esercizio pieno di questo diritto costituzionale. La Chiesa sa che in questo momento c’è una larga maggioranza in parlamento pronta ad approvare, senza obiezioni di sorta, tutto quello che il capo decide.
Ha dimenticato, però, la Chiesa che c’è anche un’opinione pubblica di laici e cattolici contrari a violazioni surrettizie della lettera e dello spirito della Costituzione. Quest’ultima ha stabilito nello stesso comma dell’art. 32 che NESSUNA LEGGE PUO’ VIOLARE LA DIGNITA’ UMANA.
E quale maggior violazione della dignità umana sarebbe quella di impedire a ognuno di decidere come affrontare i momenti più drammatici della propria vita.

martedì 23 settembre 2008

Non c'è democrazia senza voto consapevole


Churchill diceva che la democrazia ha molti difetti, ma che nessuno aveva ancora inventato un sistema migliore. Lo statista inglese viveva in un Paese che ha inventato la democrazia moderna e la applica da molti secoli. Anche per questo gli inglesi hanno un senso nazionale e civico elevato. Quando vanno a votare, fanno una scelta consapevole. Valutano tra i vari candidati chi é più vicino ai propri valori e interessi. E se non c'é una piena coincidenza, votano per il meno peggio.

Paragonate questa situazione a quello che succede in Italia. Si può affermare che la stragrande maggioranza degli italiani vanno a votare per ideologie o ideali? Sembra proprio di no. E gli interessi? Questi sì contano, ma non per tutti. Le classi ricche e agiate sanno come difenderli anche in occasione del voto. Ma i meno abbienti sono consapevoli della loro condizione? Sono in grado di scegliere quelli che dovrebbero essere più adatti a rappresentarli?

La massa degli italiani non sa e non vuole sapere di politica. Si nutre della passione per la propria squadra di calcio. Crede nei nuovi valori propinati dalla TV. Successo facile, ricchezza a portata di mano, bellezza eterna. Si comprende poi perché quando vota é preda di facili slogan e promesse. E che dire dell'inestirpabile clientelismo e del condizionamento della criminalità organizzata. C'é speranza che qualcosa possa cambiare in tempi brevi?

sabato 20 settembre 2008

E' efficace la lotta alla droga?


Di tanto in tanto annunciano in TV il sequestro di grossi quantitativi di droga. Poliziotti, finanzieri o carabinieri in parata mostrano pacchi o pani di droga e spiegano sotto i riflettori delle telecamere come dove e quando sono stati scoperti e sequestrati. Spesso in mostra c’è anche qualche arma e un bel po’ di monete di grosso taglio. Attaccato alla parete si può anche ammirare sotto un titolo fantasioso che è il nome dell’operazione i volti poco affidabili dei responsabili arrestati in flagranza.

E’ una lotta molto dura quella ai commercianti e spacciatori di droga. Lo stato impiega molti uomini e mezzi in questa battaglia. Che dura da molti anni e sembra non dover finire mai. Le carceri sono piene di questi trafficanti ma al tempo stesso mai è stato così alto e diffuso in tutti gli strati sociali il consumo di droga. Erba, cioè hashish e marijuana, cocaina, eroina, droghe sintetiche.

Il consumo di droga si sa è molto dannoso, con qualche riserva per le erbe. La legge persegue commercianti e spacciatori. E i produttori? Li la questione si fa complicata. Ci sono stati in America Latina ed Estremo Oriente la cui economia si regge sulla produzione di droga. Gli Stati Uniti si sono impegnati molto nella lotta alla produzione di droga intervenendo direttamente in questi stati. Ma i risultati sono molto scarsi.

E allora si deve continuare all’infinito questa caccia senza speranza. In cui si arrestano dieci trafficanti e altri mille circolano impunemente. Mentre la produzione nel mondo aumenta sempre di più . E’ cioè una questione morale, di principio. E’ una cosa dannosa, un reato e va comunque perseguito, a prescindere dai risultati?

Se il fenomeno avesse un andamento decrescente non ci sarebbero dubbi sulla opportunità e necessità di continuare in questa lotta sperando di ottenere sempre maggiori risultati. Ma qui la situazione è esattamente il contrario. Più si lotta e più aumenta il consumo. In Italia, come penso nel resto del mondo, non si droga solo chi non si vuole drogare perché la droga sta a ogni angolo di strada.

C’è una soluzione a questo problema, a questo dramma? Non si sa. Nessuno l’ha ancora trovata. Da molti anni c’è comunque un dibattito in Italia. C’è chi vuole liberalizzare le droghe leggere che sono molto meno dannose e c’è chi si oppone fieramente. Forse si potrebbe provare per un certo periodo a concentrare gli sforzi solo sulle droghe pesanti e vedere cosa succede. Soprattutto per verificare quanto sono dannose le erbe e se è vero che indurrebbe molti a passare col tempo alle droghe pesanti.

Tanto più che non si comprende perché si consente l’uso del tabacco che da dipendenza e ammazza migliaia di persone in Italia e si persegue invece lo spaccio di erbe i cui effetti dannosi non si conoscono bene e non sembra siano gravi. Secondo me è questione di quantità. Come l’alcol. In piccole dosi fa bene, in dosi elevate fa molto male.

martedì 16 settembre 2008

L'Italia è spaccata in due


L’Italia è spaccata in due. I ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Questo processo, che avvicina l’Italia ai paesi sudamericani, si è accentuato fortemente con l’entrata in vigore dell’Euro. La moneta unica europea avrà mille pregi, ma è risultata un disastro per molti italiani.


Quando sono entrati in vigore i nuovi biglietti e monete, chi poteva ha immediatamente applicato il cambio mille lire = 1 Euro. E chi poteva? Naturalmente tutti i lavoratori autonomi.

Ricordo un piccolo episodio che mi dette subito la misura e la gravità di quanto stava accadendo. Vicino casa c’è un mercato e delle bancarelle. All’inizio c’è un piccolo venditore di cianfrusaglie, che passava il tempo a strillare “mille lire al pezzo, solo mille lire”. Il 2 di gennaio del 2002, ripassando di li, mi investì lo strillo dello stesso signore “un euro al pezzo, solo un euro”. Capii subito che il mio reddito di lavoratore dipendente si era dimezzato in 24 ore.

A questo andazzo si sono adeguati ben presto anche gli enti pubblici agendo sulle tariffe e i concessionari, come le autostrade, cedute in gran parte a privati. Il Governo dell'epoca non fece alcun controllo e non furono in molti a rendersi conto di quello che stava accadendo.


Si esaltavano i pregi dell’Euro. Stabilità monetaria e bassi tassi di interesse. Quando poi le rate dei mutui sono salite e l'aumento dei prezzi ha reso evidente il depauperamento delle categorie a reddito fisso, il danno irrimediabile era già fatto.

sabato 13 settembre 2008

La terra ha fame e sete


Milioni di persone sulla terra soffrono di malnutrizione e muoiono di fame, mentre altri milioni si ammalano per eccesso di cibo. La risposta sarebbe di redistribuire meglio le risorse. Ma non nè semplice nè facile.

Per assurdo i prodotti agricoli disponibili a livello mondiale sarebbero in teoria sufficienti a sfamare tutti, ricchi e poveri. In realtà gran parte di questi prodotti viene utilizzata per alimentare il bestiame da macellazione. Per nutrire gli allevamenti si utilizza il 50% dei cereali prodotti. Un'area dei paesi in via di sviluppo, pari a sette volte la superficie dell'Europa, è coltivata per sfamare gli animali degli allevamenti europei. Aggiungasi che negli ultimi anni territori sempre più estesi sono stati convertiti alla coltivazione di cereali destinati alla produzione di biodiesel, vanificando l’aumento di produttività delle colture ottenuto con l'utilizzo di semi di piante geneticamente modificate.

Il Prof. Veronesi, vegetariano convinto, sostiene che è tutta colpa dell'allevamento di bestiame da macellazione. Riducendo drasticamente il consumo di carne, non solo si eviterebbero molte malattie gravi, ma si lascerebbe a disposizione degli uomini grandi quantità di cereali. La tesi è convincente ma non ci libera dal dubbio che, quandanche fosse condivisa e attuata da molti, sia in grado di dare soluzione a un problema di enormi dimensioni.

Non rimane che affidarsi alla scienza e alla ricerca. Lo scopo naturalmente è sempre quello di aumentare i prodotti dell’agricoltura. E qui si incontra un altro grave ostacolo. La scarsità di acqua sulla terra sia per uso personale sia per irrigazione. Ogni anno piovono sulla terra la bellezza di 110 mila Km. cubi di acqua, ma la gran parte si perde per evaporazione. Ne resta a disposizione solo un decimo. Purtroppo non in maniera omogenea. Ce n’è troppa in certi luoghi e poca o niente in altri.

Inoltre, risulta eccessivo il consumo per l’allevamento del bestiame. Sempre il Prof. Veronesi sottolinea che occorrono ca. 2 mila litri di acqua per produrre un kg. di pane e ca. 15 mila litri per produrre la stessa quantità di manzo.

Per altro verso, gli ecologisti mettono l’accento sul fatto che il 40% dell’acqua disponibile si perde nelle condutture e che quindi il primo problema da risolvere è il recupero di quest’acqua. La ricerca scientifica segue altre vie. Considerato che la desalinizzazione dell’acqua marina è troppo costosa perché consuma troppa energia, si stanno sviluppando ricerche per la selezione di piante capaci di vivere con un grado di salinità abbastanza elevato, così come di piante in grado di sopravvivere con una quantità d’acqua di gran lunga inferiore di quella normale. Qualche risultato è stato raggiunto in laboratorio.

Altri hanno individuato materiali in grado di filtrare l’acqua marina prima dell’evaporazione, riducendo così il consumo di energia, e di associare al tempo stesso l’impiego di energia da fonti rinnovabili come il vento e il sole.

Come si vede gli sforzi per risolvere due problemi vitali per l’umanità sono tanti e in varie direzioni. Col tempo la scienza ne cercherà altri giungendo certamente a soluzioni ora poco immaginabili. Per parte nostra siamo tenuti ad avere consapevolezza della situazione e forse a dare un piccolo contributo mangiando qualche bistecca in meno (pensando anche alla nostra salute) e facendo un uso più oculato dell’acqua a nostra disposizione.

giovedì 11 settembre 2008

Ritorno al nucleare, decisione affrettata


Il governo lo ha annunciato formalmente. Entro cinque anni metteranno la prima pietra di una nuova centrale nucleare (di terza generazione, come quelle che ci sono da molti anni). L'opinione pubblica in linea di massima è d'accordo. La paura del disastro di Chernobyl è ormai lontana.

Ma non mancano dubbi. L'Italia é un Paese dove non si riescono a costruire i termovalorizzatori per smaltire l'immondizia e i rigasificatori per importare gas da altri paesi che non siano l'Algeria e la Russia. Tutti li vogliono purchè non siano ubicati nel proprio territorio. E allora le centrali nucleari dove le mettiamo? In Albania. In Libia?

E quanto tempo ci vorrà? Dicono quindici vent'anni. Nel frattempo continueremo a importare petrolio non si sa a quale prezzo. C'é poi il problema delle scorie, che nessuno sa come smaltire. Abbiamo ancora quelle prodotte più di venti anni fa in attesa di destinazione. Nel frattempo stanno studiando le centrali di quarta generazione, che non producono scorie. Prima o poi riusciranno a realizzarle e allora che faremo. Giù quelle di terza e avanti con quelle di quarta. In tempi biblici e spese mostruose. Si é pensato inotre che l'Italia non ha uranio? Deve importarlo, presumibilmente a prezzi crescenti. Perchè di uranio ce n'é poco sulla terra ed é destinato a esaurirsi.

Tutti dimenticano che le uniche fonti energetiche pulite, gratuite e inesauribili sono il sole e il vento (interpellare al riguardo il premio Nobel Rubbia).

lunedì 8 settembre 2008

Italiani esterofili e provinciali


Gli italiani, si sa, sono esterofili. Amano tutto quello che viene dall’estero. In tema di linguaggio, negli ultimi anni c’è stato un crescendo inarrestabile nell’ adottare termini inglesi. Anche in mancanza di una reale necessità. Si può comprendere che in alcuni campi nuovi dove la tecnologia
USA la fa da padrone, come l’informatica, si continui a usare i termini inglesi o meglio americani. Una loro traduzione in italiano risulterebbe spesso goffa e imprecisa.

La tendenza di ricorrere all’abuso di questi termini però nel linguaggio corrente senza un motivo particolare è, invece, da scoraggiare. Essa ricorre più frequentemente sulla stampa, in TV e nel linguaggio politico. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché il Ministero del Lavoro e della previdenza sociale ora si chiama del Welfare. Perché è più sintetico? D’accordo l’inglese ha il pregio della sinteticità, ma l’italiano ha altri pregi e non pochi.

Da un po’ di tempo abbiamo il Premier in luogo del Presidente del Consiglio. E di autorities quante ne abbiamo? Tante e nessuno le ricorda tutte. L’Antitrust, che potrebbe tranquillamente chiamarsi Autorità per la libera concorrenza. Autority per la privacy, che potrebbe chiamarsi Autorità per la riservatezza. Tutte la settimane alla Camera dei deputati c’è il Question time, che é l’ora dedicata alle interrogazioni rapide da parte di singoli deputati al Governo. La devolution l’avete certamente sentita nominare. E il blind trust? Fondo cieco (e non blindato come ebbe a dire un noto politico) usato in alcuni paesi in caso di conflitto d’interesse di personalità politiche. Ora si parla di social card e di service tax. E così via.

Ma v’è un esempio di assoluta subalternità alla cultura anglosassone. Tutti sapete cos’è l’AIDS. Il termine è un acronimo di una malattia chiamata Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita. I francesi la chiamano “le SIDA” (con l’accento sulla A). Gli spagnoli “el SIDA”. Gli italiani hanno deciso invece di adottare, in luogo di quello italiano, l’acronimo della dizione inglese (Aquired Immune Deficiency Syndrome), pronunciandolo anche in modo errato. Se non è provincialismo questo!

domenica 7 settembre 2008

I palinsesti delle TV italiane


La TV italiana ha raggiunto livelli infimi. Telefilm di 20-30 anni fa. Film di seconda e terza categoria riciclati 2-3 volte. Programmi di quiz e a premi poveri di contenuti. Messi in onda solo per fare da traino ai TG. Musica seria, cultura, approfondimenti storici, giornalismo d'inchiesta, latitanti. Si salva a stento qualche documentario naturalistico.
D'estate poi il livello va ancora più giù. Forse penseranno la gente va in ferie e non sta a guardare la TV. E quelli che restano a casa? Puniti due volte. Non si possono permettere una vacanza al mare, in montagna o un viaggio all'estero. E per questo devono anche sorbirsi programmi TV miseri.
Tutti convengono che la situazione é tragica. Naturalmente anch'io sono d'accordo. Anche se devo confessare che questi programmi tutto sommato mi fanno un po'comodo. Quando accendo la TV, se sto sul divano mi addormento, se sto in poltrona mi distraggo e inseguo le mie fantasie. Non è poco.

L'unica cosa che mi da veramente fastidio é la pubblicità. Il volume aumenta d'improvviso e a volte mi sveglia di soprassalto. Tra l'altro non capisco perché con un volume più alto si possa essere più convincenti. E inoltre lo sanno i pubblicitari che sul telecomando c'é il tasto per abbassare il volume, quello per togliere il volume e quello per cambiare canale?

venerdì 5 settembre 2008

Energia economica e pulita dalle alghe


Tra 10-20 anni le centrali nucleari e il biodiesel forse non serviranno più.L’ultima novità in fatto di energia totalmente verde sono le alghe che hanno pregi rispetto a tutte le altre fonti. Sono economiche e quindi più convenienti del petrolio.Crescono anche in terreni aridi in appositi contenitori. Non producono rifiuti, anzi puliscono acqua e aria. Quindi sono più sicuri del nucleare, le cui scorie radioattive rappresentano un problema ancora irrisolto.

I privati più lungimiranti hanno già iniziato a investire nei primi stabilimenti. Da Israele alle Hawaii, dagli Stati Uniti alla Cina. Anche l’Italia è all’avanguardia in questo. L’Enea da tempo sta sperimentando la produzione di energia da alghe. Le prime centrali già progettate produrranno non solo biodiesel ma anche grande quantità di idrogeno. Quest’ultimo è considerato il carburante perfetto, ma sinora ha un grave handicap, la sua produzione richiede una quantità di energia superiore a quella che viene generata.

Tra le altre virtù le alghe hanno anche quella di assorbire anidride carbonica. Infine, le alghe crescono particolarmente bene nelle acque reflue, il che ne fa dei perfetti filtri naturali per gli scarichi nocivi. Il Ministero per lo sviluppo economico queste cose le sa. E allora perché tanta precipitazione ed enfasi nell’annunciare la costruzione di nuove centrali nucleari.

Forse si pensa che un bell’annuncio ad effetto sia meglio della ponderazione di tutti i pro e i contro e dello studio di tutte le possibili soluzioni che la ricerca ci mette a disposizione.

Perchè non si parla più della Casta?


Il libro La Casta ha avuto un grande successo. Sono state vendute più di un milione di copie. Lo hanno letto probabilmente 2-3 milioni di italiani. Se ne è parlato a lungo sui giornali e nei dibattiti radiofonici e televisivi. Questo solo pochi mesi fa. E ora che è successo? Silenzio assoluto. Tutti parlano dei miracoli del governo. Della spazzatura di Napoli e dintorni, dell’Alitalia, del lodo Alfano, della riforma della giustizia, del federalismo fiscale. E la casta dov’è finita. Qualcuno ha preso qualche piccolo provvedimento?

Stipendi, pensioni e privilegi di tutti i massimi organi istituzionali. Dalla Presidenza della Repubblica, al Parlamento, alla Corte Costituzionale. Regioni, Province, Comuni e Comunità montane. Dalla spesa allegra. Pieni di consulenti e di società di servizi con lo scopo principale di creare poltrone e posti di lavoro.

E i sindacati che dicono? Non si dovevano aumentare pensioni e stipendi, falcidiati dall’Euro, dall’inflazione crescente e dal drenaggio fiscale? E gli italiani? Almeno quelli che pagano le tasse e non possono evadere? Si arrangiano. Rinviano gli acquisti importanti. Vanno a caccia di offerte nei supermercati e fanno acquisti sulle bancarelle.