sabato 13 settembre 2008

La terra ha fame e sete


Milioni di persone sulla terra soffrono di malnutrizione e muoiono di fame, mentre altri milioni si ammalano per eccesso di cibo. La risposta sarebbe di redistribuire meglio le risorse. Ma non nè semplice nè facile.

Per assurdo i prodotti agricoli disponibili a livello mondiale sarebbero in teoria sufficienti a sfamare tutti, ricchi e poveri. In realtà gran parte di questi prodotti viene utilizzata per alimentare il bestiame da macellazione. Per nutrire gli allevamenti si utilizza il 50% dei cereali prodotti. Un'area dei paesi in via di sviluppo, pari a sette volte la superficie dell'Europa, è coltivata per sfamare gli animali degli allevamenti europei. Aggiungasi che negli ultimi anni territori sempre più estesi sono stati convertiti alla coltivazione di cereali destinati alla produzione di biodiesel, vanificando l’aumento di produttività delle colture ottenuto con l'utilizzo di semi di piante geneticamente modificate.

Il Prof. Veronesi, vegetariano convinto, sostiene che è tutta colpa dell'allevamento di bestiame da macellazione. Riducendo drasticamente il consumo di carne, non solo si eviterebbero molte malattie gravi, ma si lascerebbe a disposizione degli uomini grandi quantità di cereali. La tesi è convincente ma non ci libera dal dubbio che, quandanche fosse condivisa e attuata da molti, sia in grado di dare soluzione a un problema di enormi dimensioni.

Non rimane che affidarsi alla scienza e alla ricerca. Lo scopo naturalmente è sempre quello di aumentare i prodotti dell’agricoltura. E qui si incontra un altro grave ostacolo. La scarsità di acqua sulla terra sia per uso personale sia per irrigazione. Ogni anno piovono sulla terra la bellezza di 110 mila Km. cubi di acqua, ma la gran parte si perde per evaporazione. Ne resta a disposizione solo un decimo. Purtroppo non in maniera omogenea. Ce n’è troppa in certi luoghi e poca o niente in altri.

Inoltre, risulta eccessivo il consumo per l’allevamento del bestiame. Sempre il Prof. Veronesi sottolinea che occorrono ca. 2 mila litri di acqua per produrre un kg. di pane e ca. 15 mila litri per produrre la stessa quantità di manzo.

Per altro verso, gli ecologisti mettono l’accento sul fatto che il 40% dell’acqua disponibile si perde nelle condutture e che quindi il primo problema da risolvere è il recupero di quest’acqua. La ricerca scientifica segue altre vie. Considerato che la desalinizzazione dell’acqua marina è troppo costosa perché consuma troppa energia, si stanno sviluppando ricerche per la selezione di piante capaci di vivere con un grado di salinità abbastanza elevato, così come di piante in grado di sopravvivere con una quantità d’acqua di gran lunga inferiore di quella normale. Qualche risultato è stato raggiunto in laboratorio.

Altri hanno individuato materiali in grado di filtrare l’acqua marina prima dell’evaporazione, riducendo così il consumo di energia, e di associare al tempo stesso l’impiego di energia da fonti rinnovabili come il vento e il sole.

Come si vede gli sforzi per risolvere due problemi vitali per l’umanità sono tanti e in varie direzioni. Col tempo la scienza ne cercherà altri giungendo certamente a soluzioni ora poco immaginabili. Per parte nostra siamo tenuti ad avere consapevolezza della situazione e forse a dare un piccolo contributo mangiando qualche bistecca in meno (pensando anche alla nostra salute) e facendo un uso più oculato dell’acqua a nostra disposizione.

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