giovedì 11 settembre 2008

Ritorno al nucleare, decisione affrettata


Il governo lo ha annunciato formalmente. Entro cinque anni metteranno la prima pietra di una nuova centrale nucleare (di terza generazione, come quelle che ci sono da molti anni). L'opinione pubblica in linea di massima è d'accordo. La paura del disastro di Chernobyl è ormai lontana.

Ma non mancano dubbi. L'Italia é un Paese dove non si riescono a costruire i termovalorizzatori per smaltire l'immondizia e i rigasificatori per importare gas da altri paesi che non siano l'Algeria e la Russia. Tutti li vogliono purchè non siano ubicati nel proprio territorio. E allora le centrali nucleari dove le mettiamo? In Albania. In Libia?

E quanto tempo ci vorrà? Dicono quindici vent'anni. Nel frattempo continueremo a importare petrolio non si sa a quale prezzo. C'é poi il problema delle scorie, che nessuno sa come smaltire. Abbiamo ancora quelle prodotte più di venti anni fa in attesa di destinazione. Nel frattempo stanno studiando le centrali di quarta generazione, che non producono scorie. Prima o poi riusciranno a realizzarle e allora che faremo. Giù quelle di terza e avanti con quelle di quarta. In tempi biblici e spese mostruose. Si é pensato inotre che l'Italia non ha uranio? Deve importarlo, presumibilmente a prezzi crescenti. Perchè di uranio ce n'é poco sulla terra ed é destinato a esaurirsi.

Tutti dimenticano che le uniche fonti energetiche pulite, gratuite e inesauribili sono il sole e il vento (interpellare al riguardo il premio Nobel Rubbia).

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