martedì 17 marzo 2009

Il palazzaccio di vetro




Una domanda facile facile. L’ONU esiste ancora? Non lo si sente più nominare. Il suo evanescente segretario generale, di cui pochi conoscono il nome, che cosa fa? E il Consiglio di sicurezza si riunisce? Prende decisioni? In realtà l’0rganizzazione delle Nazioni Unite, costituita nel 1945 in sostituzione della Società delle Nazioni, che aveva fallito il suo compito, non essendo riuscita a evitare la seconda guerra mondiale, ha svolto per decenni un ruolo sostanzialmente formale, in appoggio sostanziale alla politica degli Stati Uniti. Ultimo caso: la guerra in Iraq, decisa unilateralmente dagli USA.

Il suo ruolo e la sua influenza sono andati progressivamente scemando. Non è che prima abbia risolto grandi problemi, ma almeno ci provava. La realtà è che così come è strutturato non è in grado di prendere alcuna decisione sui più gravi conflitti mondiali. L’Assemblea generale, che si riunisce una volta l’anno è una rassegna di capi di stato, che pronunciano discorsi magniloquenti senza nessun seguito e destinati rapidamente all’oblio. Qualche delibera apparentemente di grande rilevanza, come quella adottata nell’ultima sessione, di sospensione della pena di morte, con grande impegno della diplomazia italiana, è rimasta li incorniciata e non ha salvato una sola vita in tutto il mondo.

Il Consiglio di sicurezza, il vero organo esecutivo, si riunisce regolarmente e in occasione di gravi crisi, ma difficilmente riesce ad adottare risoluzioni importanti, dovendo superare il veto dei membri permanenti: USA, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, che naturalmente di rado sono tutti d’accordo.

L’attuale struttura, fatta di membri permanenti con diritto di veto e membri non permanenti, che fanno solo numero, non funziona ed è tra l’altro superata. Il mondo in questi anni è cambiato. L’esclusione della Germania unificata, terza potenza mondiale, e di grandi paesi emergenti come l’India e il Brasile contribuisce a esautorare l’Organizzazione. L’aspirazione dell’Italia di inserirsi tra i pretendenti è velleitaria se non fosse risibile, considerando la deriva di arretratezza in tutti i campi in cui sta precipitando il paese e la disistima che si sono guadagnati all’estero i governanti italiani. L’idea di attribuire un seggio all’Unione Europea è irrealizzabile, perché la Germania non lo accetta e l’UE è una babele allo sbando.

Resta questo esercito di funzionari, esperti, consulenti, istituzioni e sedi sparsi in tutto il mondo, con lauti compensi, esenti da ogni imposta nazionale, che si occupano dei problemi del mondo senza risolverne alcuno. Ma intanto sbarcano il lunario da gran signori.