mercoledì 25 febbraio 2009
Giovinezza, giovinezza
Giovinezza, giovinezza. Sembra che la base del Partito Democratico non chieda altro. Sostituire tutta l’attuale classe dirigente con una generazione di giovani. Ma per fare che cosa? Nessuno lo dice. Allora è il posto per il posto. Queste cose si dicono quando non si hanno idee e programmi precisi da proporre. Buttiamo tutto per aria e cerchiamo di sistemarci.
Il campione di questa moda è il poco più che trentenne presidente della provincia di Firenze. Ha vinto le primarie per le elezioni a sindaco con oltre il 40% delle preferenze. Tema principale della sua campagna è stato dire di tutto e di peggio sul segretario nazionale del suo partito. Dopo le elezioni di Franceschini, ha commentato: non si risolve la crisi del PD eleggendo il vicedisastro al posto del disastro.
Il giovane è pieno di sè. E'un saputello. Ma i cinquantenni e sessantenni che lo hanno preceduto hanno ancora molte cose da insegnargli. Il rinnovamento certo va fatto, ma con gradualità per fondere le esperienze dei più anziani con le nuove idee e l’entusiasmo dei più giovani.
Il toscano dica bene cosa propone sui problemi più scottanti del partito. Organizzazione, tipo di opposizione, contrasti sui temi etici, misure efficaci per risolvere la crisi e poi cerchi di vincere le elezioni questa volta criticando i veri avversari, la destra e il suo alcazar.
E infine non dimentichi che gli anni passano in fretta per tutti. Se pensa di far strada solo perché è più giovane e gli attuali dirigenti sono cotti e rimbambiti gli capiterà presto di trovare un ventenne che lo vorrà mandare a casa perché lo considera vecchio. Succederà come durante la rivoluzione francese, quando ogni rivoluzionario trovava sempre uno ancora più rivoluzionario che lo mandava al patibolo. Al PD no serve collezionare teste mozzate. Ma una fusione tra le varie anime e generazioni e una leadership riconosciuta, che prenda decisioni rapide e le faccia rispettare a tutti.
sabato 21 febbraio 2009
La grande manipolazione
Stupri di qua, stupri di la. I giornali e le televisioni non parlano d’altro. Il governo emette l’ennesimo decreto legge urgente, anche se si apprende che il numero di stupri è diminuito nell’ultimo anno rispetto all’anno precedente. E’ aumentato però l’allarme sociale e chi lo fa aumentare questo allarme? I giornali e le televisioni, che versano fiumi di parole e di immagini su questi episodi e trascurano altri problemi molto più gravi, come la crisi economica, i fallimenti delle imprese, i licenziamenti, le disavventure delle banche.
E poi, dove sono finiti i pedofili, che per lunghi periodi hanno occupato le prime pagine. E le madri che ammazzano i figli? E i figli che ammazzano i genitori? In vacanza, in attesa di tornare agli onori della cronaca appena farà comodo.
Che significa tutto ciò? Semplice. L’opinione pubblica è manipolata. I giornali e le televisioni sono strumenti del potere, che li usano per diffondere entusiasmo o panico a seconda delle convenienze. Per nascondere i veri problemi, che non si vogliono risolvere. Per far dimenticare la facili promesse fatte in campagna elettorale, che non si possono mantenere.
Intanto gli italiani, che hanno notoriamente memoria corta, si appassionano ai reality, ai pettegolezzi dello star system nostrano, al festival di San Remo, al campionato di calcio e così via. Carpe diem, quam minime credulas postero, precettava Ovidio, e la gente si adegua volentieri.
mercoledì 4 febbraio 2009
La Repubblica Italiana è basata sulla disinformazione
La CGIL non ha sottoscritto l’accordo con la Confindustria sul nuovo modello di contrattazione collettiva. Hanno firmato CISL e UIL. E’ una grave rottura del fronte sindacale che non rende felice nessuno. Tranne il ministro del lavoro e della salute, ex socialista, da tempo impegnato nel tentativo di isolare la CGIL e nell’escogitare provvedimenti, d’intesa con il Vaticano, per salvare la vita a una donna morta 17 anni fa.
La CGIL è la più antica e più grande organizzazione sindacale italiana. Ha grandi competenze in materia e certamente ha buone ragioni per ritenere che il nuovo accordo non giova ai lavoratori. Altrettante ragioni penso abbiano gli altri sindacati. Ma allora, mi spiegate perché TV e giornali si limitano ad annunciare solo titoli e pochi elementi di superficie. Nessuno che abbia ritenuto utile se non necessario fare una dibattito approfondito o pubblicare il testo dell’accordo, mettendo in evidenza i punti salienti del contrasto tra le parti?
I mezzi di comunicazione dovrebbero fare informazione. Aiutare la gente a capire qual è il motivo del contrasto. Dove sta la ragione e il torto o, come è più probabile, come si ripartiscono questi tra una parte e l’altra. E invece no. Si va avanti per slogan, per partito preso, per compiacere i padroni. Quanto ai cittadini, meno sanno e capiscono e meglio è.
Per quanto risulta, c’è stato un solo commento su un sito di un noto professore di diritto del lavoro, attualmente senatore del PD, che ha esaminato con un minimo di dettaglio il provvedimento, mettendo in evidenza gli aspetti positivi, a suo giudizio. Peccato che manchino le argomentazioni della parte in disaccordo, in modo che ognuno, se ha voglia e ne è capace, possa farsi un’idea personale.
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